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Sfogliando i giornali del 23 ottobre

1 – Come procede l’epidemia di ebola/come se ne parla in Italia

E’ stato diffuso ieri il nuovo bollettino dell’Oms che aggiorna il dato sull’epidemia di ebola. «I casi accertati – scrive l’Ansa – sono 9936, con 4877 morti». «Il documento certifica ufficialmente le dichiarazioni di Ebola free per Nigeria e Senegal». Nel frattempo «Msf ha festeggiato il 21 ottobre il millesimo paziente guarito in uno dei suoi centri». Internazionale, che riprende la notizia sceglie di pubblicare il lavoro del fotografo John Moore, che ha ritratto i pazienti che sono guariti dalla malattia. In Italia sembra proseguire intanto una sorta di allarme generalizzato nei confronti dell’ebola: a Fiumicino una bimba – Chanel , 3 anni – è stata «lasciata fuori dalla scuola dalle mamme degli altri alunni – scrive Repubblica – perché accusata di poter portare l’ebola». «La piccola – riporta il quotidiano online In Terris che per primo si è occupato della notizia – di ritorno da una vacanza in Uganda, si è vista sbarrare le porte della scuola materna dalla paura incontrollata di contrarre il virus, da un allarmismo diffuso al limite del razzismo». Sull’episodio – segnala ancora In Terris – «è intervenuta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha espresso solidarietà alla famiglia della piccola» e il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini. L’Huffington Post segnala anche altri casi nella penisola, tra cui quello di Caluso dove il preside del liceo Martinetti ha annullato «la visita della delegazione di studenti provenienti da Kasongo, città che si trova nella Repubblica democratica del Congo».

2 – Isis e Boko Haram

Il Giornale pubblica oggi una video intervista a monsignor Jean Jeanbart, vescovo melchita cattolico di Aleppo, secondo cui «l’Isis è una multinazionale con uffici di accoglienza per mercenari» e «l’Europa ha una responsabilità grandissima di non averne capito l’emergenza [in Siria, ndr] due anni fa». E mentre l’Huffington Post segnala come Usa e Iraq stiano preparando «l’offensiva di terra», Lettera 43 si concentra sulla questione delle armi chimiche che sarebbero state utilizzate e sarebbero a disposizione in Siria e Iraq. Cambiando scenario sono ancora frammentarie le notizie dalla Nigeria dove – secondo Misna – il gruppo jihadista Boko Haram avrebbe rapito almeno 60 ragazze «nella regione di Adamawa nel nord est del paese». Un’azione che «mette in dubbio le trattative tra il governo di Abuja e i ribelli per il rilascio delle 200 ragazze di Chibok rapite lo scorso aprile».

3 – La Consulta: possibili i ricorsi per le stragi naziste

La Consulta «ha dichiarato incostituzionali le norme che impediscono di agire in giudizio contro la Germania e quindi, per le vittime italiane del nazismo, di ottenere i risarcimenti». Il Parlamento – scrive il Manifesto «aveva promulgato la legge n. 5 del 14 gennaio 2013, escludendo la possibilità d’intervento della giurisdizione nazionale in ordine ai crimini di guerra compiuti dall’esercito nazista durante la seconda guerra mondiale». La Corte Costituzionale «ha dichiarato illegittima quella legge e con essa, soprattutto, il principio di immunità degli Stati». Per Repubblica sono «possibili risarcimenti a carico della Germania» e La Stampa racconta la felicità di «Duilio Bergamini, una delle vittime protagoniste dei ricorsi» secondo cui è una «grande vittoria. Sono felicissimo – dice a caldo al telefono – ma non penso al risarcimento, non penso ai soldi. Volevo fosse affermato un principio. Per me e anche in memoria di un amico che i tedeschi uccisero a tradimento: sono passati oltre 70 anni ma non posso dimenticare».

4 – Il rapporto del ministero della Salute sull’applicazione della legge 194

Sono calati del 4% gli aborti in Italia nel 2013. Lo scrive il Fatto Quotidiano citando i «risultati del rapporto del ministero della Salute inviato al Parlamento sull’applicazione della legge 194». Due dati importanti emergono dal rapporto: da un lato l’alto numero «degli obiettori di coscienza tra ginecologi, anestesisti e infermieri, anche se quei (pochi) che eseguono le interruzioni volontarie di gravidanza sono comunque sufficienti rispetto agli interventi che si fanno». Poi il dato sugli aborti clandestini: a fronte delle «102.644 interruzioni di gravidanza» notificate nel 2013, il numero «di aborti clandestini, secondo i calcoli dell’Istituto superiore di sanità per il 2012, sono stimabili in 12-15mila tra le italiane e 3-5mila tra le straniere».

5 – Migrazioni/Italia

Libero segnala che ieri la Camera ha «approvato in via definitiva la legge europea 2013-bis, all’interno della quale sono inserite nuove norme relative ai tempi di permanenza nei Cie». La nuova norma – prosegue il quotidiano – «prevede che il migrante da identificare possa essere tenuto all’interno del centro per un periodo di complessivi 30 giorni, in caso di mancata identificazione i giorni non potranno comunque superare i 90 giorni». Nel frattempo Linkiesta pubblica un lungo e critico articolo di Luca Rinaldi su Mos Maiorum, l’operazione congiunta delle polizie europee contro il traffico di migranti. Secondo l’articolista «schedare i migranti non salverà vite umane» e l’operazione «solleva più di un dubbio». Decisamente importante anche l’articolo de La 27esima ora del Corriere dal titolo «I festini agricoli e gli aborti delle mille schiave romene» dedicato alla situazione tragica emersa nelle scorse settimane nella provincia ragusana, dove le donne rumene «arrivate per fare le braccianti, vivono in baracche senz’acqua potabile accanto alle serre. Alcune finiscono a fare le prostitute nelle discoteche rurali, la maggior parte resta intrappolata in un concubinato con i padroncini».

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