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Sfogliando i giornali del 22 ottobre

1 – Condanna dell’Italia e della Grecia per le espulsioni collettive del 2008-2009

La Corte Europea per i Diritti Umani ha condannato ieri l’Italia per la pratica delle espulsioni collettive di migranti verso la Grecia. La Corte – scrive Melting Pot – «ha condannato Italia e Grecia per la violazione di alcuni diritti fondamentali» di persone espulse tra il 2008 e il 2009 e di cui erano state raccolte le testimonianze. Tra i pochi giornali a parlare delle notizia, La Padania cita Chiara Favilli, professoressa associata di diritto dell’Unione europea all’Università Lumsa di Roma, secondo cui «la Corte non solo chiarisce i principi dei respingimenti tra Stati membri, ma aggiunge che ogni allontanamento deve essere individuale». Per chi volesse approfondire, online si può leggere il testo integrale della sentenza.

Sempre in tema di immigrazione, segnaliamo l’articolo del Fatto Quotidiano che racconta la dura campagna anti-immigrazione “Operation Sovereign Borders” in l’Australia. «Il governo australiano ha introdotto una delle leggi più dure per combattere l’immigrazione illegale». La senatrice Sarah Hanson-Young ha parlato di «inumanità».

2 – Unioni civili al centro del dibattito italiano

«Non credo che il prefetto possa imporre la decisione» di annullare la trascrizione delle unioni omosessuali. Con un’intervista al Fatto Quotidiano il sindaco di Roma Marino torna sulle polemiche relative alle unioni civili in Italia. «Valuteremo con gli altri sindaci che hanno compiuto un atto identico al mio. In questo momento siamo in una sorta di terra di nessuno» dice il sindaco nella video intervista. In Manifesto scrive che tra le opzioni ci sarebbe anche un ricorso a Strasburgo. Su Lettera 43 segnaliamo l’analisi di Claudia Di Lorenzi relativa all’elettorato cattolico di fronte diritti degli omosessuali. Elettorato che, si legge nel sottotitolo «è pronto per le unioni civili, ma dice no alle adozioni». Repubblica intanto segnala che otto coppie omosessuali hanno inviato una diffida al prefetto che invita la «prefettura di Roma e il ministero degli Interni a non procede all’illegittima cancellazione delle avvenute trascrizioni». Corriere e L’Huffington Post invece pubblicano le dichiarazioni dell’ex presidente dei vescovi italiani Camillo Ruini secondo cui «questa ondata libertaria potrebbe defluire». Repubblica invece intervista monsignor Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia «che del documento finale dell’assemblea dice “Tra le righe ci sono problematiche che devono essere ancora esaminate e arricchite”».

3 – A Detroit acqua staccata a chi non paga. Interviene l’Onu

La crisi economica «che ha spinto il comune di Detroit alla bancarotta ha attirato anche l’attenzione dell’Onu, che ha inviato nella città una squadra per verificare se i diritti umani dei suoi abitanti sono stati violati. La missione – scrive La Stampa – era legata al fatto che le autorità cittadine hanno interrotto la fornitura di acqua a migliaia di utenti morosi, per spingerli a saldare i loro conti».Nell’ormai ex la capitale americana dell’auto sono, scrive Repubblica «oltre 150mila gli abitanti che non sono in grado di pagare le bollette e non hanno più accesso al servizio».

4 – Muri di ieri e di oggi

Repubblica propone oggi un reportage fotografico sul muro che «nel 2004 chiudeva la strada tra Betlemme e Gerusalemme». Il racconto del giornalista Antonio Mascolo e delfotografo Luigi Ottani (con Valentina Lanzilli), propone «dieci anni di rabbia, di graffiti, di incursioni di artisti famosi come Banksy su queste lastre alte 9 metri che dividono Israele dalla Palestina per circa 800km. Un muro nel cuore dell’umanità, nella culla delle tre religioni». Sempre in tema di muri segnaliamo lo speciale dell’Ansa sui 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, «il crollo che cambiò il mondo» e il viaggio proposto da Smartweek sulle barriere che ancora oggi dividono il mondo.

5 – Denis Mukwege è il vincitore del premio Sakharov

Il ginecologo congolese Denis Mukwege «è il vincitore del premio Sakharov, assegnato ogni anno dal Parlamento europeo per la libertà di espressione» scrive sul suo sito Internazionale. «Originario del Sud Kivu, nell’instabile regione orientale della Repubblica democratica del Congo – ricorda Misna – il ginecologo, 59 anni, viene soprannominato “l’uomo che ripara le donne”. Con il suo team di medici, psicologi e infermieri, ogni giorno dal 1999 nell’ospedale di Panzi accoglie donne i cui corpi sono stati martoriati e utilizzati come ‘armi di guerra’ dagli innumerevoli gruppi ribelli locali e stranieri attivi nell’est. In 15 anni di attività circa 450.000 donne stuprate e mutilate hanno ricevuto assistenza».

Foto: “Denis Mukwege VOA” by PINAULT/VOA – VOA Français, http://www.lavoixdelamerique.com/content/mukwege-retour-cri-du-coeur-voa/1601847.html. Licensed under Public domain via Wikimedia Commons.