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Nuovi posti di blocco a Gerusalemme rallentano l’accesso alle cure sanitarie

Il governo israeliano per frenare la recente escalation di violenza ha disposto nuovi posti di blocco a Gerusalemme Est che stanno rallentando l’accesso di pazienti e del personale medico ai 6 diversi ospedali della zona che fanno parte della Rete ospedaliera di Gerusalemme Est. Lunedì 19 ottobre un’anziana donna, diretta al Makassed Hospital Islamic Charity per una crisi respiratoria, è morta dopo aver atteso più di un’ora al checkpoint incontrato lungo il tragitto che, normalmente sarebbe stato compiuto in una decina di minuti.

Il 20 ottobre scorso in conferenza stampa Walid Nammour, amministratore delegato dell’Augusta Victoria Hospital, struttura gestita dalla Federazione luterana mondiale, ha espresso, a nome della Rete ospedaliera di Gerusalemme Est, profonda preoccupazione per l’introduzione delle nuove misure di sicurezza che mettono in serio pericolo la salute dei pazienti.

«I checkpoint compromettono l’accesso tempestivo alle nostre strutture. Le ambulanze e il personale hanno subito ritardi che hanno ricadute negative sulla nostra capacità di curare e servire la nostra comunità. Questo è aggressivo e offensivo per i pazienti e per le loro famiglie, e aggrava una situazione già tesa. Siamo molto preoccupati per il benessere dei nostri pazienti che sono particolarmente vulnerabili a causa del cancro e di altre patologie mediche gravi», ha dichiarato Nammour.

La dichiarazione della Rete ospedaliera esprime apprensione anche per il personale ospedaliero: molti medici e infermieri infatti devono passare attraverso più posti di blocco lungo la strada per andare e tornare da lavoro. Inoltre sia l’Augusta Victoria che il Makassed Hospital Islamic Charity hanno segnalato negli ultimi 10 giorni l’ingresso forzato di militari israeliani armati nelle loro strutture. Altre hanno denunciato lesioni al personale medico e danni alle ambulanze.

La Rete ospedaliera di Gerusalemme Est è costituita da sei ospedali, che sono i principali fornitori di servizi di assistenza sanitaria non disponibili in Cisgiordania e a Gaza. La Rete ha svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo del sistema sanitario generale palestinese e nella formazione degli operatori sanitari e degli specialisti.

In particolare l’Augusta Victoria Hospital, gestito dalla Federazione luterana mondiale, è il primo e unico ospedale nei territori palestinesi a fornire un servizio di radioterapia ai pazienti palestinesi malati di cancro ed è l’unica struttura medica in Cisgiordania che offre un servizio di dialisi renale pediatrico.

Foto “Roadblock Checkpoint Jerusalem Bethlehem” by Photographer: Originally uploaded by Justin McIntosh – The Photographer. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.