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Sfogliando i giornali del 21 ottobre

1 – Speranza per Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia in Pakistan

«La Commissione per i diritti umani del Pakistan (Hrcp) spera che quando la Corte suprema esaminerà l’appello contro la condanna a morte per blasfemia di Asia Bibi, “lo faccia prendendo in considerazione tutti gli aspetti del caso”». Lo scrive L’Ansa riportando una notizia del quotidiano Dawn di Islamabad. «La settimana scorsa – ricorda l’Ansa – la condanna alla pena capitale per la donna e’ stata confermata dall’Alta Corte di Lahore. In un comunicato a Lahore la Hrcp sostiene che “il risultato dell’appello di Asia Bibi all’Alta Corte ha deluso molti ed ora tutti gli occhi sono puntati sulla Corte Suprema”». Un appello alla mobilitazione per Asia Bibi arriva anche dalla Francia, riporta Le Figaro. Intanto Amnesty International denuncia la violazione della libertà di espressione nel paese dopo la decisione della Electronic Media Regulatory Authority, di chiudere per 15 giorni l’emittente Ary Tv.

2 – Donna con il niqab allontanata dell’Opera di Parigi

Torna d’attualità la legge francese sul divieto di portare burqa o niqab nei luoghi pubblici dopo che «una donna che indossava il velo islamico durante una rappresentazione della Traviata all’Opera di Parigi è stata invitata a lasciare la sala». Il fatto è avvenuto lo scorso 3 ottobre quando il volto della donna, una turista del Golfo seduta nelle prime file, è stato ripreso – riporta il Corriere – «dalle telecamere interne, assieme ai gesti del direttore, e proiettato sui maxi-schermi del teatro». Sono stati alcuni membri del coro dell’Opera a voler l’allontanamento della donna, minacciando di non tornare in scena. «Votato l’11 ottobre 2010, – ricorda il Fatto Quotidiano – il testo “anti-burqa” prevede che “nei luoghi pubblici nessuno possa portare abiti che nascondono il volto”, come maschere, passamontagna, o velo islamico integrale. Pena una multa di 150 euro e un corso di educazione civica. Ammesso invece il foulard che non copre il viso».

3 – Il Prefetto di Roma scrive al sindaco Marino dopo la trascrizione delle nozze omosessuali

Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha inviato una lettera al sindaco Marino nella serata di ieri invitandolo ad annullare la trascrizione delle nozze omosessuali avvenuta lo scorso fine settimana. Il Corriere riporta come «il prefetto di Roma si riserva, qualora il Sindaco non provveda, di procedere alla cancellazione delle trascrizioni ai sensi di legge». Nella richiesta, scrive Lettera 43, «non è stato indicato un tempo massimo per la cancellazione, ma si parla di “tempi rapidi”». Marino in ogni caso scrive il Corriere «non ha alcuna intenzione di retrocedere. Anzi. Al Campidoglio sono convinti di avere ragione su tutta la linea e pensano che soltanto la magistratura abbia il potere di annullare i documenti firmati dal sindaco sabato scorso. Su questa posizione sono anche le associazioni omosessuali che assistono le coppie. Una di queste, la Rete Lenford, ha pronta una lettera di diffida da inviare a tutte le prefetture». In caso di annullamento delle trascrizioni – aggiunge Repubblica – «il Campidoglio sta valutando l’ipotesi di ricorrere alla Corte per i diritti dell’uomo di Strasburgo».

4 – «Un’adeguata risposta » in Siria e Iraq

Sulla situazione in Iraq e Siria ieri è intervenuto papa Francesco che ieri, nell’ambito del concistoro sul Medio Oriente non ha usato mezze parole: «assistiamo – riporta il Fatto Quotidiano – a un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili». E ancora: «Non possiamo rassegnarci – ha affermato Bergoglio – a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù. Gli ultimi avvenimenti, soprattutto in Iraq e in Siria, sono molto preoccupanti. Una situazione che per Francesco “richiede un’adeguata risposta anche da parte della Comunità internazionale”». In tema di pace nel mondo, segnaliamo l’impressionante sessione di yoga e preghiera in India che ha coinvolto «più di 5mila persone tra studenti, genitori e insegnanti nella scuola pubblica di Hyderabad». Sull’Isis invece è interessante l’analisi di Eugenio Dacrema e Silvia Favasuli pubblicata da Linkiesta, in cui gli autori provano a raccontare la grammatica della comunicazione usata dal gruppo islamista. «Per costruirsi un nome – scrivono – Isis ha capito che doveva spaventare, provocare, persino sedurre. Il gruppo jihadista dello Stato Islamico ha scelto di guadagnarsi fama da cattivo tra gli eredi dei crociati, per cercare di assumere quel ruolo di difensore dell’Islam che il popolo musulmano non sembra essere disposto a concedergli. E per farlo, ha deciso strategicamente di rubarci le parole».

5 – Yazidi e curdi raccontati dalla stampa italiana ed internazionale

Lettera 43 pubblica una lunga intervista all’«unica artista indipendente curda e di religione yazida sulla scena europea. Si chiama Lisa Gulizar e ha 28 anni: ha lasciato la Germania per studiare, ma il destino ha voluto che diventasse una modella». La donna racconta il proprio impegno nel far conoscere la situazione del suo popolo: «Stiamo attraversando uno dei momenti più difficili della nostra storia, – dice – già costellata di persecuzioni e fughe». Segnaliamo anche l’analisi di Barabara Ciolli – sempre su Lettera 43 – sulla geopolitica curda tra Turchia, Siria e Iraq e il reportage fotografico di The Big Picture sulla fuga dei curdi da Kobane verso la Turchia che ha coinvolto nelle corse settimane decine di migliaia di persone.

Foto: “Scène de l’opéra Garnier” di scarletgreen from Japan – operagarnier12f. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons.