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Non c’è altro Dio all’infuori di te

Nessuno è santo come il Signore, poiché non c’è altro Dio all’infuori di te
(I Samuele 2, 2)

Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
(I Timoteo 1, 17)

I due passi oggi suggeriti per la meditazione quotidiana esprimono lode e ringraziamento. In entrambi chi fa l’annuncio riconosce la grandezza e la potenza dell’unico Signore. Si tratta di passi bellissimi che abbiamo letto e su cui abbiamo pregato chissà quante volte, ma quanto riusciamo a prenderli sul serio? Quanto determinano realmente la nostra esistenza? Parliamo di aggettivi ereditati dalla nostra tradizione ecclesiastica, quando affermiamo che Dio è eterno, immortale, unico e santo oppure stiamo parlando della nostra personalissima storia con Colui che ci ha creati, ci ha redenti e ci accompagna ogni giorno?

Nella nostra società frenetica dove siamo letteralmente sommersi da impegni lavorativi, oltre che sociali, di immagine, di appartenenza, ci ricordiamo, e in quali termini, che non c’è altro Dio all’infuori di Lui? O non siamo invece invischiati in una società secolarizzata che ha posto come proprio dio il progresso, il benessere, lo sviluppo, a cui non interessano gli enormi costi umani che tutto questo comporta?

Abbiamo quelle caratteristiche che dovrebbero renderci una luce, un punto di riferimento, che altri, anche da lontano, dovrebbero poter vedere, quando alzano gli occhi e, magari a tentoni, al buio di un’esistenza povera e vuota, iniziano la loro ricerca?

Siamo un faro che aiuta altri a trovare la propria strada? Siamo il sale della terra? Riusciamo ad essere una comunità che vive nella consapevolezza che non c’è altro Dio e quindi che tutta la nostra esistenza è sotto il segno di questa Verità? Quando facciamo la spesa, quando scegliamo come trascorrere il nostro tempo libero, quando cerchiamo un lavoro e quando votiamo, paghiamo le tasse e così via.

Nel passo di oggi, Anna – che pronuncia le parole «Nessuno è santo come il Signore, poiché non c’è altro Dio all’infuori di te» – ci insegna proprio questo: ella sta ringraziando il Signore per il dono di un figlio; il suo cantico è il canto di ringraziamento di una donna che ha ricevuto un dono meraviglioso, ma che è anche consapevole che questa creatura non è giunta per suo merito e che essa non diventa sua proprietà, ma appartiene a quell’unico Signore a cui solo spettano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen 

Foto “Tetragrammaton” by JonathunderOwn work. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons.