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Sfogliando i giornali del 7 ottobre

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non pronunciarsi sul tema dei matrimoni omosessuali, legittimando quindi le unioni e rimettendosi alla precedente decisione delle corti d’appello. La decisione chiude la questione, che si era aperta quando i Parlamenti di Virginia, Utah, Oklahoma, Indiana e Wisconsin avevano approvato leggi che proibivano i matrimoni tra gli omosessuali. I ricorsi dei cittadini avevano portato fino alle corti d’appello, che avevano dichiarato illegittime le leggi. «Se il matrimonio è un diritto – avevano ragionato i magistrati – dobbiamo garantirlo a tutti nella stessa maniera, senza fare distinzioni di sesso, razza o altro, perché la Costituzione ci obbliga a trattare tutti i cittadini nello stesso modo». Da ieri, quindi, sono 30 gli stati che consentono le unioni civili tra gli omosessuali.

«I divorziati risposati fanno parte della Chiesa». Così si è espresso il cardinale cattolico Peter Erdo, primate d’Ungheria, durante la prima giornata di lavori del Sinodo delle famiglie presso il Vaticano. Tuttavia, il cardinale ha anche specificato che «Nel caso di un matrimonio sacramentale, dopo un divorzio, mentre il primo coniuge è ancora in vita, non è possibile un secondo matrimonio riconosciuto dalla Chiesa», chiudendo quindi parzialmente la questione.
Il Sinodo è formato dal Papa e dai 253 partecipanti provenienti dai cinque continenti, tra i quali 8 rappresentanti di altre Chiese e realtà ecclesiali, 16 esperti e 38 coppie di uditori, e si protrarrà fino al 19 ottobre.

Tra due giorni si terrà la prima riunione a Gaza del governo Fatah–Hamas, che avevano interrotto la collaborazione nel 2007 e ora sono tornati a lavorare ad una strategia comune nei Territori Occupati. La scorsa settimana il governo del primo ministro Hamdallah aveva reso noto il suo piano da 4 miliardi di dollari per la ricostruzione della Striscia di Gaza che sarà presentato ai donatori nel mese di ottobre. Tra i problemi principali che verranno trattati ci saranno quello delle decine di migliaia di sfollati che ancora vivono in scuole, edifici abbandonati, o a casa di amici e parenti, e il rinnovo della richiesta di ritiro entro il 2016 dei soldati israeliani dai territori palestinesi.

Secondo il diplomatico spagnolo Bernardino Leon, che dal 1 settembre è delegato Onu per la Libia, è necessario che in Libia parta quanto prima «un vero dialogo politico per non lasciare campo aperto ad Al Qaeda e ai suoi gruppi eredi». Secondo le prime analisi dell’Onu, da settembre ad oggi l’Is si è insediata anche in Libia, nelle aree di Misurata, Derna e al sud, oltre che al confine con l’Algeria. «È un paese diviso – afferma Leon – , uscito da una rivoluzione ma dal quale la guerra non è scomparsa». Intanto il re dell’Arabia Saudita, Abdullah Bin Abdulaziz, ha affermato ieri che «Il terrorismo non è né legato all’Islam né a qualsiasi altra religione divina. […] Il dialogo evita spargimenti di sangue ed evita disunione, ignoranza ed estremismo».

Il premio Nobel per la medicina va a John O’Keefe e ai coniugi norvegesi Moser, che sono stati premiati per i loro studi sul sistema di cellule che ci permette di orientarci «creando una mappa dello spazio che ci circonda e ci permette di muoverci in un ambiente complesso», come riportato dall’Assemblea dei Nobel del Karolinska Institute. May–Britt ed Edvard Moser sono la quinta coppia a conquistare un Nobel, e May–Britt Moser è l’undicesima donna a ricevere il premio, mentre la prima fu Maria Skłodowska, più nota come Marie Curie.