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Sfogliando i giornali del 30 settembre

Tutte le principali testate aprono oggi con il dibattito sulla riforma del lavoro proposta dal governo e discussa ieri nella riunione della direzione del Partito Democratico. «Articolo 18, via libera a Renzi», dice La Stampa. Per Il Manifesto si tratta invece della «voce del padrone», imprenditore o segretario di partito che sia. E i sindacati? Per la Cgil «Renzi è ancora contraddittorio».

Su Repubblica viene presentato il rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, secondo cui l’Europa è la destinazione più pericolosa. Il Mediterraneo deve fare i conti con 3.072 vittime nel solo 2014, l’anno peggiore di sempre. Sui 40.000 migranti morti nel tentativo di entrare in Europa, Stati Uniti ed Australia dal 2000 ad oggi, oltre la metà hanno perso la vita nel Mediterraneo. «Ma il vero bilancio – dice repubblica.it – è probabilmente più alto, poiché molti decessi si verificano in zone isolate e non registrati. […] Per ogni corpo di migrante scoperto ve ne sarebbero in media almeno due mai rinvenuti».

Intanto, «in Spagna la Corte Costituzionale sospende il referendum in Catalogna». Il voto della consulta, all’unanimità, ha quindi ritenuto inammissibile la consultazione, prevista per il 9 novembre. Il capo del governo catalano, Artur Mas, afferma che si andrà comunque avanti con le operazioni per il voto, mentre per il primo ministro spagnolo Rajoy l’iniziativa della regione di Barcellona è «semplicemente deplorevole».

Il presidente egiziano Al-Sisi supporta l’iniziativa del Parlamento per una legge che dovrebbe favorire la costruzione di chiese cristiane, riducendo le restrizioni in vigore dal 1934. Grandi attese nella comunità cristiana, come riferisce La Stampa riportando le parole di Safwat al-Bayadi, capo delle Chiese evangeliche egiziane. Forti critiche invece dal partito salafita Al-Nur, che teme che l’iniziativa «celi un tentativo dei copti di diffondere il cristianesimo in alcuni villaggi che vogliono staccarsi dall’Egitto per creare una nazione indipendente».

Di svolta della California parlano diverse testate dopo l’approvazione della prima legge contro gli stupri nei campus universitari. «Yes Means Yes», così si chiama la misura decisa per contrastare un fenomeno che non accenna a ridursi nelle università californiane: molti degli stupri fra studenti non vengono sanzionati, e in gran parte nemmeno denunciati. Con questa legge il governo della California cerca di mettere un freno e invertire la tendenza.

Foto copertina: “مسجد عمرو بن العاص بمجمع الأديان” di SalmaMSanOpera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.