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All’Agrario di Osasco sono iniziati i lavori

All’istituto agrario di Osasco i lavori sono iniziati. La prima parte dell’impegno assunto dalla scuola, la demolizione di un vecchio fabbricato e la realizzazione della base per la nuova struttura, è stato completato.

I tempi si sono però dilatati rispetto a ciò che erano le idee iniziali. Allo scadere della data prefissata, il 31 maggio scorso, il denaro necessario era stato raccolto e si poteva avviare la costruzione delle tre aule più servizi, per poterla terminare in tempo per il nuovo anno scolastico, quello appena iniziato.

Questo slittamento, di circa tre mesi, è dovuto a quanto accaduto durante l’estete, memento nel quale la Città metropolitana di Torino ha proposto una soluzione migliorativa rispetto a quella ipotizzata dalla scuola stessa, con una struttura collegata direttamente all’edificio esistente, costruita con materiali particolari e all’avanguardia; un progetto che ha costi maggiori, che verrebbero però sostenuti da un contributo della Città metropolitana stessa. È stata una sorpresa a tutti gli effetti, perché inizialmente l’ente si era detto privo di qualsiasi fondo.

«Forse – ipotizza Marco Ramotti, docente e promotore dell’iniziativa – le istituzioni si sono trovate con le spalle al muro di fronte all’iniziativa vincente dei cittadini, e hanno pensato che se per

avere una scuola ben riavviata era sufficiente una spesa di appena 20mila euro, da aggiungere a quelli raccolti, allora valeva la pena spulciare tra le pieghe del bilancio e trovare i soldi, e non farsi sfuggire l’occasione. Attualmente però, e almeno fino alle vacanze di Natale, ci sono 23 classi ma non 23 aule, quindi abbiamo dovuto pensare ad un orario a rotazione su cinque giorni, che non coincidono con la settimana, quindi con giorni liberi differenziati per ogni classe. Anche gli orari dei trasporti sono stati cambiati grazie alla collaborazione delle aziende per venire incontro alle esigenze degli studenti».

Secondo Ramotti il Cantiere SCuola Osasco rappresenta un bell’esempio di cittadinanza attiva, di coinvolgimento dal basso e di affezione per la scuola come luogo di formazione e costruzione del futuro. Allo stesso tempo però non è una soluzione alla quale si dovrebbe ricorrere in modo sistematico, perché l’istruzione non deve essere un onere dei cittadini, ma del comparto pubblico.

Dello stesso parere è anche Gianna Pentenero, assessora all’istruzione piemontese: «Come rappresentante delle istituzioni sono amareggiata; nel caso di Osasco il pubblico ha mostrato tutta le le sue difficoltà nell’adempiere alle sue funzioni; ma sono d’altra parte molto soddisfatta di come i

genitori ed i privati si sono mossi con serietà ed efficienza. Questa nuova forma di coinvolgimento dei genitori nel sistema scolastico è fondamentale, perché in certi casi risolvono problemi anche di grande entità».

Sul sito di Radio Beckwith è possibile ascoltare l’intervista a Marco Ramotti ed all’assessore Gianna Pentenero.