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“Vita, morte e miracoli dell’occitano”

L’Associazione “Amici della Scuola Latina” di Pomaretto organizza il consueto appuntamento di fine settembre delle “Giornate” dedicata alle lingue minoritarie e alla cultura materiale.

Sabato 26 settembre si terrà il convegno “Vitalità, morte e miracoli dell’occitano”, introdotto da Matteo Rivoira, e con interventi di Gaetano Berruto e Riccardo Regis. Seguirà una tavola rotonda moderata da Aline Pons, con Xavier Bach, Silvia Giordano, e i marsigliesi Marie-Noëlle Pieracci e Mathieu Poitavine. Un pomeriggio per approfondire il concetto di vitalità linguistica, analizzando i possibili parametri per una sua valutazione.

La giornata si chiuderà alle ore 21 con una lezione-concerto di Silvio Peron, che illustrerà il suo ultimo Cd “Eschandihà de vita – Storie di personaggi delle Valli Occitane in Piemonte”, realizzato in collaborazione con 17 musicisti e cantanti, da Bologna a Marsiglia. Un viaggio alla scoperta di personaggi particolari delle valli che cantano nel patois della loro valle. Abbiamo posto alcune domande ad Aline Pons, organizzatrice del convegno.

Vita, morte e miracoli dell’occitano” è un titolo ambizioso, significa fare il punto della situazione attuale della lingua?

«In occasione del nono anno del convegno abbiamo voluto fare un passo indietro e ritornare alla domanda cardine: si può fare qualcosa per opporsi al declino che queste lingue stanno subendo? La vitalità dell’occitano racchiude in sé due concetti: da una parte la capacità insita in una lingua di rinnovarsi, conservando le sue strutture grammaticali senza prendere troppo in prestito dalle lingue nazionali, ma anche di creare neologismi e quindi mantenersi al passo con i tempi. Dall’altra parte la vitalità esterna, che altro non è che il numero di parlanti, derivati dalla trasmissione intergenerazionale delle conoscenze della lingua».

Come si capisce se una lingua è pericolo di morte oppure se è vitale? E in base a questi parametri possiamo dire che l’occitano in Piemonte è vitale?

«L’Unesco ha stilato una scala per valutare la vitalità delle lingue, e quindi anche dell’occitano. Di per se una lingua non muore, vengono a mancare le persone che la parlano e di conseguenza si spegne con loro. Parlando delle Valli Valdesi possiamo certamente dire che l’occitano è abbastanza vitale, così come nelle alte valli del cuneese: Maira, Stura, Varaita, Grana. L’occitano è presente e viene ancora parlato dove si è conservata la comunità locale, dove permane un nucleo più forte e vi è una minore contaminazione linguistica. Laddove c’è più contatto linguistico, quindi nelle base valli che hanno molti afflussi dall’esterno, le lingue si conservano di meno e sovente si fondono con i numerosi dialetti presenti».

La sopravvivenza dell’occitano è conseguenza quindi ad un suo isolamento?

«La vera sfida che si pone davanti a chi lotta per mantenere vive queste lingue è l’educazione al plurilinguismo: non è più pensabile che si parli occitano in alternativa ad altre lingue, deve invece affiancarle. In questo senso c’è stata un’inversione di tendenza anche nella scuole: un discorso tra l’altro che vale per l’occitano ma anche per le lingue migranti che, se conosciute meglio potranno rendere più completa la formazione linguistica dei più piccoli. La musica, poi, è un ottimo biglietto da visita per l’occitano. Solo in Piemonte di sono oltre 50 gruppi che producono musica occitana originale: un movimento culturale che non ha forse un’incidenza diretta sulla vitalità linguistica ma a livello simbolico è molto importante».

Le “Giornate” si concludono domenica 27 settembre, sempre alla Scuola Latina, con l’inaugurazione della Mostra fotografica “La Grande Guerra nelle fotografie del pastore Guido Comba”, che rimarrà aperta tutte le domeniche fino a fine ottobre, nello stesso orario di apertura dell’Esposizione “Gli antichi mestieri”.

Sul sito della Scuola Latina di Pomaretto si può trovare il programma completo degli eventi, mentre su quello di Radio Beckwith è possibile ascoltare l’intervista ad Aline Pons.