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Inaugurata ieri a Roma «Piazza Martin Lutero»

«Dialogo ecumenico», «laicità dello Stato», «libertà religiosa», «pluralismo delle fedi», «cultura del rispetto»: queste le parole che ieri, in occasione dell’inaugurazione della Piazza Martin Lutero a Colle Oppio a Roma, sono riecheggiate a più riprese. Ma quella che più di altre usciva dalla bocca dei presenti era senz’altro «gioia». Gioia per questo momento storico, per questo riconoscimento, per il fatto che la piazza fosse in un posto bellissimo, a pochi passi dal Colosseo. A due anni dal Cinquecentenario della Riforma protestante, anche la capitale d’Italia, che ingloba lo Stato del Vaticano, centro del cattolicesimo romano, ha una piazza dedicata al Riformatore Martin Lutero; un luogo fisico che ricorda quel monaco agostiniano, nato a Eisleben nella Turingia, che nel 1510 si recò a Roma e rimase disgustato dalla corruzione e dal rilassamento dei costumi della corte di Papa Giulio II, e che solo sette anni dopo, nel 1517, avrebbe affisso sul portone della «Schlosskirche» di Wittenberg le 95 tesi che diedero il via alla Riforma protestante.

Presenti ieri per l’occasione più di 500 persone: evangelici della capitale – luterani, avventisti, valdesi, metodisti, battisti, Esercito della Salvezza -, numerosi rappresentanti del protestantesimo italiano – storico e del risveglio -, ma anche significative presenze cattoliche, nonché una delegazione tedesca giunta direttamente da Eisleben e guidata dalla sindaca della città che diede i natali al Riformatore. E non mancava nemmeno un Lutero in carne ed ossa, vestito in talare nero, camicia bianca, e copricapo cinquecentesco nero, con cui il teologo tedesco spesso viene rappresentato.

Dopo i sentiti interventi di Dora Bognandi dell’Unione delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno (Uicca), di Jens Martin Kruse, pastore della comunità luterana di Roma, di Jutta Fischer, sindaca di Eisleben, nonché di Michael Kretschmer, vice del gruppo Cdu/Csu del Bundestag, che ha invitato ufficialmente il sindaco Marino ad andare in Germania per le celebrazioni del 2017, ha preso la parola lo stesso Marino: «Verrò a trovarvi in Germania per il Giubileo della Riforma», ha detto raccogliendo subito l’invito, non senza ringraziare le autorità presenti, le chiese evangeliche della capitale, e soprattutto l’ex-assessore Paolo Masini che con convinzione aveva sostenuto sin dall’inizio il percorso per una piazza intitolata a Martin Lutero. E non ha mancato di fare cenno alla situazione dei profughi in Europa: «Penso che quello che stiano facendo la Germania, l’Italia e noi oggi, sia un segno di quanto sia importante che tutti cerchiamo di lavorare ogni giorno per aiutare chi è rimasto indietro» ha detto Marino, concludendo il suo discorso in tedesco con un pensiero che Lutero scrisse poco prima della sua morte: «una frase impressionante perché collega insieme questa piazza, il gesto che stiamo compiendo oggi nei confronti dei nostri fratelli cristiani protestanti e anche il tema della migrazione: Wir sind Bettler – das ist wahr. Siamo mendicanti – questa è la verità».

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A scoprire la targa con l’iscrizione «Piazza Martin Lutero – teologo tedesco della Riforma (1483 – 1546)» è stato lo stesso sindaco Marino. Al lungo applauso dei presenti è seguita l’intonazione dell’inno «Lode all’Altissimo, lode al Signor della Gloria». E non è mancato un momento di ilarità, quando la delegazione di Eisleben ha regalato al sindaco Marino il «Luterino» della Playmobil in edizione limitata. A margine il sindaco ha ripetuto: «Il gesto di oggi significa il rispetto che Roma ha per ogni religione e fede. È più facile frantumare un atomo che un pregiudizio, diceva Einstein. Noi oggi abbiamo frantumato dei pregiudizi. Roma è una città che accoglie, che rispetta le culture, le religioni e che vuole costruire un mondo migliore, e questo lo si può fare solo se si superano le barriere, gli steccati e i pregiudizi».

Ora gli evangelici della capitale sono in attesa di sapere quando verrà inaugurato nel Parco di Villa Torlonia il viale dedicato al pittore battista Paolo Antonio Paschetto (1885-1963). La Giunta capitolina a marzo ha infatti accolto la richiesta avanzata dall’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi) per commemorare l’artista evangelico, autore, tra l’altro, dello stemma della Repubblica italiana.

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Foto Nev