1024px-courtyard_of_the_church_of_the_multiplication_in_tabgha_by_david_shankbone

Il gioco delle tre carte

«L’attentato alla chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci non rientra nei casi di violenza a sfondo confessionale, per questo le autorità israeliane non sono tenute a risarcire i danni provocati».

In questo modo gli uffici amministrativi di Gerusalemme hanno rigettato il ricorso presentato dai funzionari della chiesa cattolica in Palestina all’indomani del rogo appiccato alla chiesa che sorge a Tabgha sulle rive del mare di Galilea lo scorso giugno.

La motivazione per tale decisione appare come il classico cavillo alla Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, che poco aiuta la comprensione fra le persone, in questo caso fra vicini di casa separati da una differente fede religiosa: in sostanza la legge obbliga il governo a risarcire le vittime e i danni alle proprietà derivanti dal conflitto arabo israeliano se l’episodio si configura come atto terroristico riconducibile appunto alle tensioni fra le due componenti.

In questo caso il componente è terzo, la chiesa cattolica, per cui tecnicamente non una delle parti in causa, da qui la decisione che sta facendo montare le polemiche. Il rogo è solo l’ultimo di una lunga serie di danneggiamenti e attacchi perpetrati a luoghi di culto per l’appunto non solo musulmani, ma cattolici e ortodossi da parte di gruppi estremisti ebrei o di coloni, i più esagitati nel rivendicare la terra a loro avviso sottratta da usurpatori. La sigla scelta dai fondamentalisti per rivendicare questi gesti è «Price Tag» – il prezzo da pagare – chiaro messaggio di come viene percepita la convivenza da queste parti.

La scelta delle autorità israeliane contraddice anche quanto aveva affermato a caldo il premier Benjamin Netanyahu che aveva parlato chiaramente di atto terroristico. Le chiese cattoliche in terra santa si sono ora appellate al presidente di Israele Reuven Rivlin, che aveva visitato la chiesa all’indomani del rogo, perché si adoperi per fare riesaminare la questione. E non solo per meri motivi economici, ma perché si faccia un passo nella direzione della comprensione comune, che ogni atto simile è un atto terroristico, e non possono esistere gradazioni o categorie per incasellare la violenza. Che va condannata senza se e senza ma.

Foto “Courtyard of the Church of the Multiplication in Tabgha by David Shankbone” di David Shankbone (attribution required) – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.