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Figli e figlie dello stesso Dio

In quel giorno, molte nazioni s’uniranno al Signore e diventeranno mio popolo
(Zaccaria 2, 11)

Egli è lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano
(Romani 10, 12)

«Non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore, ricco verso tutti quelli che lo invocano»: suona per intero il versetto 12 del cap. 10 della lettera dell’apostolo Paolo ai Romani. In quel Giudeo e in quel Greco, ci sono tutti quegli uomini e donne, bambini e bambine che lasciano il loro paese per cercare riposo in un luogo migliore. Uomini e donne che sono portatori e portatrici di una storia che racconta tante altre storie. Migliaia di persone che lasciano il loro paese per cercare riposo alla loro stanchezza di vivere, per cercare quiete alla loro inquietudine, per dare pace alla guerra che ogni giorno li massacra: migliaia di persone che ci raccontano di quel Dio che è «ricco verso tutti quelli che lo invocano».

I tanti e tante che arrivano a noi da lontano, non sono diversi da noi, ma quello che trovano sono solo porte chiuse. In quelle porte chiuse sta tutto il nostro egoismo; in quelle porte chiuse sta anche la nostra chiusura a Dio. Quelle porte chiuse sono braccia chiuse, non disposte ad accogliere e mani chiuse, non disposte a condividere i tanti doni che Dio ci ha fatto.

Che bello se, come scrive l’apostolo Paolo, di fronte al Giudeo e al Greco, di fronte cioè allo straniero, noi ci sentissimo uguali a lui perché figli dello stesso Dio. Davvero potremmo così sperimentare cosa significhi la parola «amore».

Amore, dono ricevuto, che spesso conserviamo solo per noi, che chiudiamo dentro i cassetti polverosi della nostra anima, nascondendolo così bene tanto da dimenticarsi di possederlo.

Amore: parola che dedichiamo solo ai rapporti sentimentali, ma che non usiamo più in nessuna altra occasione. Amare il prossimo, senza sentirci «distinti» da lui, potrebbe essere davvero la grande occasione per il nostro mondo occidentale – che ha già ricevuto tutto – di poter condividere tanti doni con coloro a cui tutto è stato sottratto, e capire davvero che Dio è il Signore di tutti. Amen!

Foto “Kurdish refugees travel by truck, Turkey, 1991” by PHAN April Hatton – http://www.defenseimagery.mil; VIRIN: DN-ST-92-03171. Licensed under Public Domain via Commons.