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Una catena umana di 6000 persone per la libertà, la giustizia e la pace

Comunicato stampa di Amnesty International

Alle 12 di domenica 13 settembre, proprio laddove 100 anni fa si combatté la Grande Guerra, 6000 persone si uniranno intorno alle Tre Cime in un abbraccio simbolico per ricordare al mondo l’importanza di schierarsi dalla parte delle popolazioni civili intrappolate nei conflitti, dei più deboli, dei dimenticati, delle vittime di tortura e discriminazione, di coloro che sono privati dei diritti più basilari quali il cibo, la salute e l’istruzione.

Come nel 2009 in occasione di “Le Dolomiti abbracciano l’Africa”, la catena umana vedrà insieme, in silenzio e raccoglimento, persone provenienti da numerosi paesi e culture, opinioni politiche e fedi religiose differenti ma unite da uguali aspirazioni di pace, giustizia e diritti umani.

Amnesty International e “Insieme Si Può…” proporranno ai partecipanti azioni concrete in 10 paesi nei quali sono in corso, rispettivamente, campagne per chiedere la fine delle violazioni dei diritti umani e progetti di sviluppo: Siria, Messico, Nigeria, Eritrea, Somalia, Afghanistan, Repubblica Popolare Cinese, Brasile, Costa d’Avorio e Uganda.

Dalla prima mattina di domenica 13 settembre i partecipanti, verranno accompagnati nel settore assegnato per il completamento dell’abbraccio delle Tre Cime. La chiusura della catena umana avverrà alle 12, momento in cui, come segnale, a celebrare il momento verranno accesi dei fumogeni rossi sulla sommità delle tre montagne da parte di tre cordate dell’organizzazione di alpinisti The Sad Smoky Mountains. L’accesso al tracciato avverrà da Misurina passando per il Rifugio Auronzo (parte sud) e dalla Val Fiscalina passando per il Rifugio Locatelli (parte nord).

La giornata sarà inaugurata alle 10 presso il Rifugio Auronzo di Cadore alle Tre Cime di Lavaredo con l’incontro “Chiedere libertà, giustizia e pace. Ovunque, per chiunque” alla presenza dei responsabili delle organizzazioni aderenti, cui seguirà alle 11 un concerto della cantautrice Erica Boschiero.

«Uno scenario incantevole e leggendario per un’iniziativa importante, tra le più significative con cui Amnesty International Italia celebra nel 2015 il 40esimo anniversario della sua fondazione – ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. Giustizia, libertà e pace sono le tre “cime” dell’impegno quotidiano di Amnesty International in un paese che a volte celebra e onora ma, più spesso, pare aver rimosso quelle parole dal vocabolario civile collettivo. Quando 6000 persone ascenderanno le Dolomiti per richiamarle solennemente, proprio lì dove un secolo fa la Grande guerra le svilì, esse torneranno ad avere un senso: quello di essere le condizioni irrinunciabili per un pianeta in cui i diritti umani siano finalmente rispettati, in cui ogni persona sentirà sulla sua pelle le ingiustizie del mondo e trasformerà la sua indignazione in azione concreta. I diritti umani meritano un grande abbraccio e sono convinto che quello delle Dolomiti, domenica 13 settembre, sarà caldo e solidale come quelli che in questi giorni migliaia di persone in Europa stanno dedicando ai richiedenti asilo in fuga da guerre e persecuzioni: segnale che se l’egoismo è un virus pericoloso, la solidarietà è un felice e potente contagio».

Numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo e vittime di violazioni dei diritti umani hanno espresso il proprio sostegno e invitano tutti a partecipare all’abbraccio delle Tre Cime di Lavaredo. Tra i primi messaggi, è giunta la solidarietà della musicista Patti Smith, dell’attrice iraniana Nazanin Boniadi, di Gualtiero Bertelli, di Erica Boschiero, di Mauro Corona, di Lella Costa, di Fausto De Stefani, dei Modena City Ramblers, di Cecilia Strada, presidente di Emergency e di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera.

Ensaf Haidar, moglie di Raif Badawi blogger saudita condannato a 10 anni di carcere e 1000 frustate per aver espresso le proprie opinioni, ha ricordato: «I sostenitori di Amnesty International nel mondo hanno portato avanti varie campagne insieme a me e alla mia famiglia e stanno continuando a chiedere il rilascio immediato e incondizionato di Raif Badawi e di tutti gli altri prigionieri di coscienza in Arabia Saudita. É fondamentale che in tutto il mondo i diritti umani vengano riconosciuti come universali. Esprimere un’opinione, criticare una religione, scegliere una religione o rimanere ateo, la libertà di orientamento sessuale, il diritto all’attivismo e associazione politica, il diritto a un processo equo, il diritto a non essere torturati: questi sono tutti diritti universali. Molti uomini e donne in varie parti del mondo stanno combattendo per garantire tali diritti e pagando un prezzo molto alto per questo.” “Ascoltate le loro voci e non rimanete indifferenti.” – ha ammonito infine Haidar. “Il 13 settembre unitevi alle 6000 persone che prenderanno parte alla catena umana per i diritti umani attorno alle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti, e abbattete il muro dell’indifferenza. Unitevi alla catena umana anche per mio marito Raif!“».

Foto “Dreizinnenhütte” di MemorinoOpera propria. Con licenza CC BY 3.0 tramite Wikimedia Commons.