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La lotta al razzismo sia una priorità delle chiese

Le chiese in tutta l’America dovrebbero considerare la fine del razzismo e della violenza basata sulla razza una priorità: è quanto ha espresso Reginald Jackson, vescovo della Chiesa africana metodista episcopale, al raduno di quattro storiche denominazioni metodiste afro-americane che si è svolto lo scorso 2 settembre National Press Club.

Quando il presidente Obama, primo presidente afro-americano della nazione, fu eletto nel 2008, molti hanno dichiarato che gli Stati Uniti stavano entrando in una «era post-razziale». Ma il vescovo Reginald Jackson, presidente del Comitato Azione sociale della Chiesa metodista episcopale africana, ha ricordato ai partecipanti alla Commissione Pan-metodista che ancora grandi disuguaglianze persistono e sono in corso terribili atti di violenza basati sulla razza.

«239 anni dopo la fondazione della nostra nazione, e 151 anni dalla guerra civile, noi non siamo ancora “Una nazione, sotto Dio, con libertà e giustizia per tutti”», ha detto Jackson. «Dobbiamo ancora confrontarci con la discriminazione e il pregiudizio presenti nelle leggi e nelle politiche».

Le quattro denominazioni – la Christian methodist episcopal church, la African methodist episcopal church, la African methodist episcopal Zion church, e la Union methodist episcopal church – hanno tenuto una serie di eventi a Washington che si sono conclusi con un incontro alla casa Bianca. Infine hanno lanciato la campagna «Libertà e giustizia per tutti», i cui obiettivi comprendono: la riforma della giustizia penale, la riforma dell’istruzione, la giustizia economica, la riforma delle armi, e il diritto di voto.

«Come persone di fede, riteniamo che i cuori possano essere trasformati. Ma i problemi e le conseguenze del razzismo non possono, e non devono aspettare i cambiamenti del solo cuore», ha detto Lawrence Reddick, vescovo della Chiesa cristiana metodista episcopale. Poiché i cambiamenti del cuore possono richiedere tempi lunghi allora, ha aggiunto Reddick, «i leader politici devono agire in vista di un’azione legislativa che miri all’equità e all’uguaglianza».

Kathryn Lohre, della Chiesa evangelica luterana in America, ha affermato: «Tutti noi stiamo soffrendo. Siamo chiamati prima a confessare e a pentirci per la nostra complicità con l’ingiustizia razziale, e poi a impegnarci a vincere il razzismo nei nostri luoghi di culto e nella società».

Domenica 6 settembre, le chiese che hanno aderito alla campagna hanno celebrato una domenica di «confessione, pentimento, e impegno per porre fine al razzismo».

Fonte: World Methodist Council

Foto via Pixabay