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Cinema. Alla mostra di Venezia per la quinta volta una giuria per il dialogo tra religioni

Alla 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolge dal 2 al12 settembre, per il quinto anno consecutivo verrà assegnato il “Premio per la promozione del dialogo interreligioso” conferito da una giuria internazionale nominata da Interfilm, ombrello europeo delle associazioni cinematografiche protestanti. La giuria è composta da tre membri: Brigitte Affolter (Svizzera), pastora a Bienne e copresidente di Interfilm; Jörg Herrmann (Germania), teologo e giornalista di Amburgo, nonché direttore della “Evangelische Akademie der Nordkirche”; Thanat Pagliani (Italia), laureato al Dams di Roma e attualmente iscritto presso l’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-TV “Roberto Rossellini”. La giuria sarà chiamata a premiare quel film della competizione internazionale che più di altri rafforza la mutua comprensione, il rispetto e la pace tra popoli di differenti provenienze, storie e fedi.

Com’è consuetudine, anche quest’anno a latere della Mostra di Venezia l’Associazione protestante cinema “Roberto Sbaffi” propone una proiezione con successivo dibattito, co-promossa insieme al Consiglio locale delle chiese di Venezia, al Segretariato attività ecumeniche veneziano e al Centro culturale Palazzo Cavagnis: l’appuntamento è lunedì 7 settembre alle 16.30 presso la Casa del Cinema, Palazzo Mocenigo – San Stae 1990 (Sestiere San Paolo) con il film “Amore, cucina, curry” di Lasse Hallström. Alla proiezione seguirà un dibattito con i contributi di Kamrul Syed, Associazione Venice Bangla School e Centro Culturale; don Nandino Capovilla, parroco SS. Risurrezione Marghera; Bernd Prigge, pastore della Chiesa luterana a Venezia. Coordina Alberto Bragaglia, presidente del Centro Culturale Palazzo Cavagnis; il saluto di benvenuto sarà a cura di Roberto Ellero, direttore della Casa del Cinema. «L’Expo2015 ci rimanda alla sfida di “nutrire” il pianeta; noi vorremmo insieme riflettere quanto il cibo sia espressione delle diverse tradizioni religiose e ne sia influenzato creando e rafforzando identità e talvolta conflitti, ma anche possibilità di dialogo e nuove scoperte» si legge nella locandina.

Interfilm è stata fondata nel 1955 da numerose associazioni cinematografiche protestanti in Europa e attualmente comprende membri protestanti, ortodossi e anglicani, ma anche ebrei. In collaborazione con il suo partner cattolico Signis, organizza giurie ecumeniche nei più importanti festival cinematografici quali Cannes, Montreal, Mosca, Lipsia, Berlino, Locarno.

Il premio della Giuria ecumenica del Festival del Cinema di Locarno (5-15 agosto) è andato al film iraniano “Ma dar behesht” (Paradiso) di Sina Ataeian Dena. Alla sua opera prima andranno i 20.000 franchi svizzeri destinati a promuovere la diffusione della pellicola nelle sale cinematografiche elvetiche. Il premio, offerto dalla Chiesa evangelica riformata e dalla Chiesa cattolica romana svizzere, è stato consegnato al regista dalla presidente della Giuria ecumenica, la cinese di Hong Kong Catherine Wong. «Un film forte e coraggioso che racconta la vita quotidiana di Hanieh, una giovane insegnante in una scuola elementare alla periferia di Teheran. Grazie a rari momenti di libertà è possibile sperimentare un senso di speranza, nonostante le condizioni oppressive che le donne iraniane devono sopportare». La Giuria ecumenica, di cui hanno fatto parte anche Martin Ernesto Bernal Alonso (Argentina), Gaëlle Courtens (Italia), Franz-Xavier Hiestand (Svizzera), Ola Sigurdson (Svezia) e Thomas Wipf (Svizzera), ha inoltre attribuito due menzioni speciali a “Bella e perduta”, del regista italiano Pietro Marcello, e a “Jigeumeun matgo geuttaeneun teullida” (Right Now, Wrong Then), del regista sudcoreano Hong Sangsoo, vincitore del Pardo d’Oro del 68.esimo Festival del Cinema di Locarno.  

Foto “Piazza Grande Festival del film Locarno” di Festival del film Locarnohttp://www.pardo.ch/jahia/Jahia/home/Festi. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.