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La benedizione invocata su tutti e tutte

Dio ci benedirà, e tutte le estremità della terra lo temeranno
(Salmo 67, 7)

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono
(Apocalisse 4, 11)

Il Salmo 67 è rivolto a tutti i popoli della terra che sono invitati a lodare Dio per entrare nell’ambito della sua benedizione universale. Nella struttura simbolica del culto a Dio nel tempio, nella sinagoga o nella chiesa cristiana, la fine o conclusione del culto (la benedizione) incontra l’inizio, cioè l’invocazione della «presenza» divina. La fine incontra il principio, l’ordine della creazione incontra l’ordine della redenzione, il tempo della fine diventa rivisitazione dell’inizio, si incontrano il mondo deturpato dal peccato, dal male e dalla sofferenza, e il mondo purgato dal dolore e dalla sofferenza per la maledizione provocata dal peccato.

Con la benedizione invocata da e su tutti (e non impartita da nessuno nel secondo patto) rientriamo simbolicamente nel tempo del creato così come esso uscì dalle parole creatrici di Dio «in principio» buono e bello, perché Dio «ha tolto il peccato del mondo» e tutta la terra «lo temerà». L’invocazione della benedizione avviene nel culto cristiano sempre dopo la «Confessione di peccato» e la «Proclamazione del perdono», vive liturgicamente e poi effettivamente dal fatto che Dio nella sua grazia ha tolto il peccato del mondo riportandolo alla sua condizione primigenia. Questo principio «quando non era così come oggi» evocato da Gesù nel Vangelo, rivive liturgicamente, nella struttura simbolica del tempo della celebrazione quando raggiungiamo la sua conclusione o fine, cioè la benedizione invocata su «tutti» gli esseri creati e sull’intera creazione che «attende» la manifestazione della redenzione. Nessuno di noi è perfetto e merita la benedizione, siamo soltanto dei peccatori giustificati ai quali per grazia Dio benedice. In questo modo Dio accompagna «l’intero creato e tutti i popoli della terra» con la sua benedizione verso la redenzione (eschaton), verso la consumazione salvifica della storia, quando dopo la benedizione, ripartiamo verso le nostre occupazioni e preoccupazioni di ogni giorno, esattamente così come eravamo al principio tutti, dei peccatori perdonati, ma accompagnati dalla benedizione divina per adempiere tutti la nostra vocazione di discepoli e discepole di Gesù Cristo.

Foto  “De Madrid al cielo 208” by Luis García. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.