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Il ruolo della religione nelle attuali lotte globali

Un gruppo di studiosi, avvocati e fautori della libertà religiosa si è incontrato nel mese di agosto, per affrontare la diffusa convinzione secondo cui la religione è in primo luogo una forza di divisione nella società, alimentatrice di tensioni e violenze. Il XVII «Meeting di esperti», evento annuale organizzato dall’International religious liberty association (Irla), ha riunito circa 20 studiosi presso la Pepperdine University School of Law di Malibu, in California, per considerare il ruolo della religione nelle attuali lotte globali e per mettere a fuoco i modi in cui la fede può, invece, essere uno strumento potente per il mantenimento della pace e la risoluzione dei conflitti.

«Dobbiamo usare la fede ancorata al perdono e alla riconciliazione», ha affermato il dott. Robert A. Seiple, ex ambasciatore straordinario degli Stati Uniti per la libertà religiosa e attuale presidente dell’Irla. «Dobbiamo conoscere la nostra fede e, allo stesso modo, capire la fede del nostro prossimo e rispettarla».

L’ambasciatore Seiple, che ha tenuto il primo dei dieci interventi principali, si è concentrato sulla sua esperienza diretta riguardante il terribile genocidio del 1994, in Ruanda. Ha descritto la sua visita nel paese dopo le violenze e di essere rimasto in piedi su un ponte a guardare il fiume intasato da centinaia di corpi in decomposizione. Per lui, uno degli aspetti più preoccupanti del genocidio ruandese è che abbia avuto luogo in un paese «cristianizzato» (circa l’85% della popolazione era cristiana). Ma nonostante questo colossale fallimento delle chiese nel 1994, i valori religiosi hanno da allora svolto un ruolo fondamentale nella ricostruzione della stabilità sociale.

«I ruandesi hanno recuperato il loro paese, mostrando al mondo la forza del perdono», ha aggiunto l’ambasciatore Seiple, il quale ha fatto notare che molti degli autori del genocidio oggi vivono fianco a fianco con le loro vittime.

Secondo il dott. Ganoune Diop, segretario generale dell’Irla, ogni relazione presentata durante l’evento di quattro giorni verteva in qualche modo su due domande fondamentali: «Come possiamo vivere con le nostre profonde differenze?» e «Come può il meglio delle religioni superare la spaventosa situazione di guerre di religione, pulizia etnica e religiosa, e genocidi alimentati dalla discriminazione religiosa?».

Anche se il Meeting di esperti ha esaminato queste domande dal punto di vista accademico, i temi che hanno guidato il lavoro di questi studiosi sono tutt’altro che astratti.
 «Troppe persone soffrono discriminazione, persecuzione, a volte fino al martirio, o il genocidio a causa delle differenze religiose», ha affermato G. Diop. Secondo uno studio del Pew Forum, pubblicato all’inizio di quest’anno, circa 5,5 miliardi di persone – vale a dire il 77% della popolazione – vivono in paesi con «un livello generale elevato o molto elevato di restrizioni sulla religione» (per lo studio completo, visitare il sito del Pew Forum).

Negli ultimi due decenni, il «Meeting di esperti» ha cercato di mettere insieme alcuni degli studiosi e professionisti più importanti del mondo nel campo della libertà religiosa, per tracciare le tendenze giuridiche e sociologiche. I lavori presentati negli incontri annuali sono stati ogni volta pubblicati e hanno prodotto un corpus significativo di risorse accademiche e pratiche. Le relazioni e i documenti del meeting di quest’anno saranno pubblicati nell’edizione 2015 di Fides et Libertas, disponibile entro la fine dell’anno presso l’Irla. L’associazione può essere contattata tramite il sito www.irla.org o la pagina Facebook.

L’Irla è stata istituita dalla Chiesa cristiana avventista del settimo giorno nel 1893 ed è la più antica organizzazione a occuparsi di difesa della libertà religiosa nel mondo. Essa promuove la libertà di credo per tutte le persone, a prescindere dalla loro fede, e ha lo status di organizzazione non governativa presso le Nazioni Unite. Oltre all’annuale Meeting di esperti, l’Irla sponsorizza festival della libertà religiosa regionali e forum; ogni cinque anni organizza un congresso mondiale che attrae un mix internazionale di studiosi, professionisti del diritto, funzionari governativi e sostenitori dei diritti umani.

Fonte: Notizie Avventiste

Foto: Barry Bussey – avventisti.it