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Venire al Sinodo è come trovarsi a casa

Tra i membri del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste in Italia sono sempre presenti rappresentanti delle chiese valdesi sorelle nel Rio de la Plata, situate in Uruguay e Argentina, nate dalle colonie formatesi in seguito alla massiccia emigrazione dalle valli valdesi nella seconda metà dell’Ottocento. Esse fanno parte integrante della Chiesa valdese, e condividono con il ramo italiano la confessione di fede e le Discipline.

Quest’anno era presente, come membro effettivo all’interno dell’assemblea, la pastora Nora Justet, che abbiamo incontrato nella giornata di chiusura della sessione sinodale di quest’anno, chiedendole di raccontarci la sua esperienza.

«Questa è la seconda volta che vengo in Italia, ero già venuta nell’agosto 2003, a Villar Pellice, dove ero stata per due mesi, e poi ho fatto un semestre alla Facoltà valdese di teologia a Roma. Sono tornata quest’anno, approfittando delle vacanze che ci sono nel mio paese, e ho deciso di sfruttarle in questo modo».

Sono quindi passati 12 anni, ha avuto limpressione che siano cambiate molte cose?

«Piuttosto posso dire che mi sono accorta che mi ero dimenticata di molte cose; ora che sono qui mi sono tornate alla mente, ed è come trovarsi a casa…»

Lei ha partecipato anche allannuale festa del XV agosto che si è tenuta a Pomaretto, riunendo tutte le chiese del I distretto (val Pellice, Germanasca e Chisone): c’è qualcosa di simile anche da voi nel Rio de la Plata?

«La festa mi è piaciuta moltissimo, ci sono andata con latri colleghi e ho conosciuto molte altre persone, mi sono sentita molto bene fra queste diverse comunità. Anche in Uruguay e in Argentina ci sono feste in cui si riuniscono diverse comunità, e altre che si svolgono nelle singole chiese, dipende dalla zona».

Ci racconta qual è la sua attività come pastora?

«Io vivo in Uruguay, sono pastora nell’est del paese, nella comunità di Alféres Lascano, e una volta al mese, da marzo, faccio 800 km andata e ritorno per curare un’altra comunità nel sud, dove mi fermo quasi una settimana. Le due comunità non sono molto diverse tra loro, ma i contesti sono differenti: molte persone si sono spostate dal sud all’est, dove c’era più lavoro».

Vede una particolare vicinanza con le chiese valdesi in Italia?

«Ho visto che abbiamo lo stesso sentimento e la stessa spiritualità, siamo uniti dallo stesso Dio, abbiamo la stessa organizzazione generale come chiesa, questo mi è piaciuto e mi sono sentita a casa anche per quello. Inoltre i miei antenati vengono da Inverso Pinasca, dove oggi ci sono dei Giustetto, il mio cognome ha mantenuto la forma originaria, Justet, posso sentire questo sentimento di vicinanza che non si può spiegare coscientemente…»

Durante il Sinodo di questanno è stato affrontato brevemente largomento della chiusura dellIsedet, listituto di teologia di Buenos Aires. Il pastore emerito Hugo Malan, anchegli presente al Sinodo, ha riferito in sintesi la vicenda, raccontano come dal 1969 al 2000 nove chiese hanno lavorato insieme per fornire agli studenti di teologia una formazione ecumenica. Purtroppo limpossibilità di ottenere il riconoscimento ministeriale ha portato a questa drammatica decisione

«Sì, purtroppo si è giunti a questa decisione, a luglio del prossimo anno l’istituto chiuderà definitivamente; è stata una decisione tragica, l’istituto ha funzionato molto bene per molti anni, e tanti studenti hanno studiato lì, anche io; questa situazione ha creato molto disagio . Per il momento non si sa quali prospettive ci sono per il futuro, dipende dalle decisioni che saranno prese dalle chiese che facevano parte dell’Isedet. Noi aspettiamo con speranza e con fede i futuri sviluppi».

Foto Pietro Romeo