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Un concerto a 2620 metri

Ci dovrà essere bel tempo domenica mattina per permettere ai musicisti di esibirsi nel piccolo spiazzo antistante il bivacco Nino Soardi al col Boucie. «Il fattore meteo è fondamentale per la riuscita della festa – spiega Ilario Merlo, ex presidente del Cai Uget Val Pellice e responsabile, sempre per il Cai, della struttura in quota –altrimenti, come successo già in passato, saremo costretti ad annullare tutto». Ma si prevede caldo e tempo bello e quindi chi vorrà assistere al concerto sarà costretto a salire da Villanova, l’ultima borgata raggiungibile in auto dopo Bobbio Pellice, fino al col Boucie. La camminata non è tecnicamente impegnativa ma è molto lunga, oltre 3 ore per 1400 metri di dislivello. Lo spettacolo però è assicurato. Una quindicina di musicisti delle valli Pellice, Chisone e Germanasca eseguiranno, a partire dalle 12, musiche dixieland e classiche suonando nel piccolo spazio antistante il bivacco mentre gli spettatori saranno ospitati dai massi circostanti e sui pochi fazzoletti d’erba presenti. A dominare il tutto l’imponente mole del Brich Boucie, alto 2998 metri. Per chi non avesse la possibilità di salire fino al Soardi sabato 29 agosto alle 17,30 ci sarà una prova generale in piazza ad Abries, in Francia. «Da qui il mattino successivo i musicisti saliranno al colle con i loro zaini e gli strumenti, aiutati per l’occasione da un mulo che trasporterà le parti più pesanti. Infatti oltre a molti ottoni ci sarà una piccola batteria» aggiunge Merlo. Alle 13, dopo il concerto, un piccolo momento conviviale con una «polentata fra le vette».

Questo concerto raccoglie un grande favore anche fra i camminatori francesi, che sono la maggior parte a salire al bivacco durante l’estate. E il video qui sotto è stato girato proprio da loro durante il concerto dell’anno scorso.

Il «Concerto fra le vette» è una tradizione ormai consolidata ed è anche il momento per ricordare chi ha trasformato una casermetta della Guardia alla Frontiera, costruita nel 1939 nell’ambito del «Vallo Alpino del Littorio» in un confortevole bivacco. Il Cai negli anni ’70 utilizzava già la struttura come ricovero di fortuna ma è negli anni ’90 che Mauro Pons (presidente anche lui del Cai e instancabile organizzatore di viaggi e trekking) da l’impulso per la completa trasformazione. Con l’aiuto di molti soci (in primis Ferruccio Benecchio) viene sistemata la parte interna ed esterna del bivacco, creata una piccola cucina-bar, installato un pannello solare per l’energia elettrica e soprattutto viene portata l’acqua al suo interno, pescandola dalla fontana posta più in basso del bivacco (circa 15 minuti di camminata, che in molti hanno percorso con taniche da 20 litri per rifornire il «Soardi»). Oggi la struttura è funzionale e molto apprezzata da chi passa o si ferma a dormire per una notte. «Abbiamo in programma alcuni lavori (migliorare l’impermeabilizzazione del tetto) – conclude il presidente del Cai Uget Val Pellice Marco Fraschia – per rendere sempre più fruibile questo angolo di val Pellice». 

Foto Samuele Revel