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Otto per mille, le sfide in un mondo in crisi

Aumentare i controlli avvalendosi di diverse professionalità, elaborare una procedura per la presentazione dei progetti che sia al tempo stesso approfondita e agile, intensificare i contatti diretti con le associazioni e le opere destinatarie dei fondi. Questi sono i tre ambiti principali su cui l’Ufficio Otto per mille intende concentrarsi per migliorare il proprio servizio e la gestione di una materia sempre più complessa (nel 2014 sono stati finanziati più di 1000 progetti).

Il tema è stato affrontato nel dibattito del pomeriggio di martedì 25 agosto e ripreso dalla conferenza stampa del giorno seguente, moderata da Sergio Velluto, alla quale hanno partecipato Susanna Pietra, responsabile dell’ufficio Otto per mille, e il pastore della chiesa valdese di Pinerolo Gianni Genre, membro della Commissione otto per mille.

In questa direzione va l’atto approvato dal Sinodo su questo tema, che chiede criteri di selezione più precisi, maggiori risorse per la fase di controllo sul campo, rivedendo le modalità di selezione dei progetti.

Le decisioni adottate dal Sinodo in corso riflettono pertanto l’aspetto fortemente operativo del tema. Innanzitutto è stata rivista la ripartizione dei fondi fra Italia ed estero , che negli ultimi due anni era stata stabilita al 50% (in precedenza c’era una prevalenza dell’Italia), prevedendo una quota minima del 40% per ogni campo di attribuzione e un “cuscinetto” del 20% da attribuire all’uno o all’altro.

Come ha spiegato Susanna Pietra, «decidere a priori due quote fisse rappresentava un ostacolo al nostro lavoro, impedendoci di finanziare progetti molto validi e interessanti perché i fondi erano terminati; è invece importante garantire una sorta di flessibilità per rispondere alle emergenze e alle situazioni improvvise che vengono a crearsi».

L’altro aspetto su cui il Sinodo si è pronunciato è la modifica della composizione della Commissione otto per mille, formata da volontari e coordinata da un membro della Tavola valdese (in questo caso il Moderatore), data la crescente mole di lavoro (ciascuno ha dovuto esaminare 200 progetti). La nuova Commissione, che ha durata annuale, avrà un minimo di 6 e un massimo di 10 membri.

A questo proposito il pastore Gianni Genre ha spiegato: «una delle questioni che dobbiamo affrontare seriamente è come analizzare e valutare tutti questi progetti che noi in parte conosciamo direttamente e personalmente; una prima valutazione viene fatta dall’Ufficio opm, poi interviene la Commissione, sempre chiedendosi se sta agendo correttamente (pensiamo ad esempio agli scandali legati alle cooperative in “Mafia capitale”). Molto importante è il momento di confronto, il nostro lavoro prevede alcune intense giornate in cui i membri si trovano per discutere su migliaia di progetti: teniamo conto infatti sono il 25-30% di essi sono stati effettivamente finanziati… (i motivi di rifiuto sono diversificati, dal vizio di forma all’inconsistenza della proposta)».

L’aumento della quantità e qualità dei controlli, preventivi e in itinere, è uno degli obiettivi anche dell’Ufficio Otto per mille, che da settembre si avvarrà «di persone con competenze in materie diverse (sanitarie, ingegneristiche, economiche…) che facciano anche “l’analisi d’impatto” in modo che il’Ufficio possa riportare in Sinodo una valutazione della ricaduta sui vari territori dei progetti realizzati. Senza dimenticare che i controlli da parte dell’ufficio (in media 50-60 all’anno), sono anche un’occasione per farsi conoscere. Sempre più spesso, infatti, i soggetti che usufruiscono dei fondi chiedono di conoscere la realtà valdese. Un valido sostegno viene poi dalle chiese, come singole comunità e come denominazioni, non solo come divulgatori delle informazioni legate alla gestione dell’otto per mille e ai vari progetti, ma come promotori di progetti importanti, come ad esempio Mediterranean Hope, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia».

Non spaventa dunque, anzi viene accolta molto favorevolmente l’indagine avviata dalla Corte dei Conti, da un lato sull’utilizzo concreto dei fondi otto per mille e dall’altro sulla conoscenza da parte degli italiani di tale gestione.

E non spaventa nemmeno la lieve flessione negli ultimi dati, con un calo di alcune migliaia di firme:

le motivazioni sono diversificate, legate a divergenze sugli orientamenti in materia di famiglia, bioetica, sessualità, ma sicuramente anche la crisi economica ha influito negativamente.

Quello che conta, per tutti, è continuare a portare il proprio aiuto a coloro che più ne hanno bisogno.