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Reportage video: sessanta migranti alla Crumière

Sono già arrivati in val Pellice i primi dieci migranti che saranno ospitati nell’ex feltrificio Crumière di Villar Pellice. In questi giorni ne arriveranno altri dieci e nelle prossime settimane si arriverà a sessanta. La Prefettura di Torino ha deciso per Villar Pellice e ha scelto di affidarne la gestione alla Diaconia valdese per il buon lavoro fatto negli anni scorsi.

Guarda il reportage video di Diego Meggiolaro

Fin dal 2011 la Diaconia valdese è impegnata in progetti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Piemonte, Toscana e Sicilia. In Piemonte ora sono due i progetti attivi nell’ambito del «Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati», Sprar: uno in collaborazione con il Comune di Torino, con 14 persone accolte, e uno in collaborazione con il Comune di Torre Pellice, che accoglie 26 persone. Inoltre, nel corso dell’estate 2014, la Diaconia valdese ha attivato, insieme alla Prefettura di Torino, nuove accoglienze in val Chisone nei comuni di Pomaretto, Perosa Argentina, Villar Perosa e San Germano Chisone, per un totale di 30 posti.

Questa esperienza ha fatto sì che nel processo di accoglienza si puntasse su piccoli gruppi in appartamento distribuiti sul territorio, favorendo percorsi di inserimento, integrazione e dialogo con la popolazione e le amministrazioni locali. Nel solo mese di luglio 2015 in Italia gli sbarchi sono stati 20.000, portando il numero complessivo a 90.000 persone accolte nel sistema Paese.

In questo contesto la Regione Piemonte ha messo a disposizione delle Prefettura di Torino la struttura dell’ex feltrificio Crumière di Villar Pellice che, essendo attualmente non utilizzata, è stata individuata come struttura per l’accoglienza di 60 richiedenti asilo, sbarcati in questi giorni sulle coste italiane.

In qualità di ente gestore di diversi progetti di accoglienza nella provincia di Torino e specificatamente in val Pellice e in val Chisone, la Diaconia valdese è stata a sua volta contattata dalla Prefettura per la gestione del futuro centro di accoglienza. «In questi giorni il personale della Diaconia valdese sta attrezzando la struttura e nelle prossime settimane è prevista l’attivazione dei posti in accoglienza, anche se a oggi non abbiamo ancora certezze rispetto alle tempistiche e ai numeri degli inserimenti», dice Debora Boaglio, coordinatrice del Servizio Richiedenti Asilo e Rifugiati. «Ci rendiamo conto – continua Boaglio – che per il territorio l’attivazione di nuovi posti in accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati rappresenti una sfida da non sottovalutare e che può destare forti preoccupazioni per la popolazione locale; tuttavia l’esperienza ci insegna che la realizzazione di buoni percorsi di inserimento, dialogo e integrazione con il territorio sono possibili. Occorre considerare le positività intrinseche a questo tipo di progetti, le persone che accogliamo possono essere una risorsa sotto molti punti di vista, più volte ci siamo resi conto che lavorando con il territorio, coinvolgendo la popolazione locale è possibile trarre beneficio da queste situazioni emergenziali».

«A Villar Pellice non si tratta un progetto Sprar – aggiunge Marco Armand Hugon, del Coordinamento Opere Valli – perché si inserisce in un quadro nuovo ed emergenziale. La Prefettura di Torino si trova nella situazione di dover sistemare un numero di migranti sempre più grande. Il centro di smistamento di Settimo Torinese non può più prendere nessuno ma deve dislocare le persone in altre destinazioni. Si è scelta la Crumière, di proprietà della Regione, ed è stata chiamata la Diaconia valdese per gestirla. È stata una decisione sofferta, non presa su due piedi, perché contraddice un modello di accoglienza che abbiamo messo in piedi in questi anni, che ha funzionato bene e che consiste nel fatto di avere piccoli nuclei di richiedenti asilo dislocati nei vari comuni. Questo ha permesso di mettere in piedi dei progetti di integrazione. Quella di Villar è una scommessa».

Il sindaco di Villar Pellice Lilia Garnier è preoccupato: «Non nascondo lo stupore del momento in cui, a inizio agosto, sono stata contattata a proposito della decisione della Regione Piemonte di inviare alla Crumière di Villar Pellice una cinquantina di profughi. La nostra perplessità, anzi contrarietà, deriva dal numero e dal fatto che a Villar ci sarebbero evidenti problemi di collegamenti e di presidi sanitari, senza dimenticare che al mattino in paese non c’è nemmeno un bar aperto. La Crumière è di proprietà regionale e la Regione si assumerà tutte le responsabilità di una decisione a proposito dell’uso di quell’immobile».

La sfida sicuramente è grande e importante. Si tratta di lavorare e cercare di far leva sulle opportunità di questa novità. Dopotutto, ricorda Armand Hugon nella conferenza stampa sinodale dedicata al tema, «la diaconia ama le sfide e opererà nel migliore dei modi perché anche questo tipo di accoglienza possa dare i buoni frutti che fino ad ora hanno avuto le esperienze a Torino e nelle Valli».

Ha collaborato Piervaldo Rostan