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Critiche alla Chiesa ortodossa greca

Marina Rafenberg per Réforme; trad.it. G.M.Schmitt/voceevangelica.ch

La Chiesa ortodossa greca, esonerata dall’imposta fondiaria sui luoghi di culto, è stata vivamente criticata dall’inizio della crisi in Grecia. Malgrado le sue azioni sociali e umanitarie, alcuni greci le rimproverano ancora di non partecipare abbastanza allo sforzo nazionale.

Nel quartiere popolare di Patissia, a Atene, padre Nikolaos distribuisce come ogni giorno a mezzogiorno quasi 120 pasti ai greci duramente colpiti dalla crisi, ma anche ai migranti bisognosi. «Aiutiamo tutti, senza fare distinzioni. Siamo in un quartiere in cui il partito neonazista Alba Dorata ha cercato di radicarsi, ma abbiamo saputo resistere grazie alla solidarietà», afferma il pope, che organizza anche raccolte di vestiario e di libri per le famiglie più povere del distretto.

Maria, 66 anni, è volontaria e aiuta padre Nikolaos a gestire le collette, ma anche ad accogliere i fedeli nella chiesa. «Non capisco perché i media e alcune persone critichino talmente il clero greco. La nostra Chiesa fa molto per i più indigenti. La Chiesa non è così ricca…» sostiene l’ex funzionaria.

In tutta la Grecia la Chiesa organizza quasi 280 mense per i poveri e nel 2014 ha speso 121 milioni di euro per le sue opere di carità. Ma la chiesa greca è esonerata dall’imposta fondiaria sui luoghi di culto e le sue attività di beneficenza non vengono tassate. Soltanto i suoi beni commerciali sono soggetti a imposta. Secondo stime che circolano nella stampa greca, la Chiesa, seconda proprietaria terriera dopo lo Stato greco, possiede una fortuna compresa tra i 700 milioni e i 2,5 miliardi di euro.

Ma la fortuna della Chiesa rimane avvolta nel mistero, poiché non c’è alcun catasto che permetta di inventariare i beni ecclesiastici. Oltre ai circa 8000 edifici religiosi, il clero greco possiede terreni, scuole private, ospedali e il Monte Athos, tutte proprietà che sfuggono al controllo dello Stato. Tuttavia in tutte le epoche la Chiesa ha devoluto una parte del suo patrimonio, tanto che oggi ha soltanto una minima parte di ciò che possedeva prima della guerra d’indipendenza nel 1821.

La Chiesa esce di tanto in tanto dal suo silenzio di fronte alle critiche persistenti. Nel 2011 il Santo Sinodo aveva pubblicato un comunicato nel quale dichiarava di aver versato al fisco 12,5 milioni di euro e da allora, secondo il quotidiano “Kathimerini”, questa somma sarebbe aumentata.

Al caffè contiguo alla parrocchia di Aghios Nikolaos, Theodoros, pur essendo credente, non capisce perché la Chiesa non accetti di partecipare più attivamente allo sforzo nazionale: «Se il clero greco ridistribuisse tutta la sua ricchezza, altro che organizzare mense per i poveri, potrebbe salvare l’intero paese!» Il suo amico Kostas è dello stesso parere: «Il governo è pieno di debiti e in più deve pagare i sacerdoti ortodossi! La Chiesa con tutto il suo denaro potrebbe pagarli lei stessa!» In Grecia la Chiesa e lo Stato non sono separati. Popi e vescovi sono considerati funzionari e lo Stato destina loro quasi 250 milioni di euro.

Nel suo programma preelettorale Syriza affermava che avrebbe messo fine ai numerosi esoneri fiscali in Grecia. Ma i discorsi virulenti di Alexis Tsipras sono più rivolti contro gli oligarchi, in particolare gli armatori, che contro la Chiesa. Interpellato sulla questione della separazione di Chiesa e Stato, Alexis Tsipra si trincera dietro espressioni evasive.

«La religione ortodossa è onnipresente nel quotidiano dei greci. La relazione tra la Chiesa e lo Stato è molto complessa. Il nostro scopo è di giungere a una separazione, ma questo non è fattibile nell’immediato», ritiene Aristides Baltas, ministro dell’istruzione e incaricato anche degli affari religiosi.

A qualche metro dalla piazza di Aghios Nikolaos, Yannis, ex professore di teologia, sottolinea che «la Chiesa ortodossa è sempre stata un cemento per la società greca, è stata presente durante la guerra di indipendenza, alla caduta della dittatura e nel corso di questa crisi. Ogni volta che il popolo è in difficoltà essa è al suo fianco». Yannis ha poi parole critiche anche per la Chiesa cattolica: «La Chiesa ortodossa non è la sola a beneficiare di questi vantaggi fiscali. Anche i cattolici hanno diritto a questi privilegi in Grecia e nessuno ne parla…».

Peraltro lo storico Olivier Delorme ricorda in un articolo pubblicato su “Le Monde” che i vantaggi fiscali della Chiesa risalgono a dopo la “Grande catastrofe” degli anni Venti, quando i greci dell’Asia minore venivano massacrati dai turchi o costretti all’esilio. In quell’epoca i greci della Turchia, quasi 1,5 milioni di persone, furono accolti in Grecia e la Chiesa ortodossa distribuì loro terreni e proprietà. 

Foto “Epiphany Mass in the Monastery of Prophet Elias of Santorini” di Klearchos KapoutsisFlickr: Epiphany. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons.