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Accadde oggi, 20 luglio

Nato a Pramollo, era figlio di François e Marie Peyronel. Dopo aver completato gli studi presso il Collegio valdese di Torre Pellice, si iscrisse alla Facoltà valdese di Teologia a Firenze, compiendo il suo anno all’estero a Edimburgo, dove si occupò in particolare dell’evangelizzazione delle famiglie italiane attraverso l’istruzione religiosa di bambini e adulti.

Tornato in Italia, fra l’estate del 1903 e la primavera del 1904 venne inviato in qualità di candidato in teologia a Caltanissetta e a Siracusa, dove seguì i lavori delle locali Scuole valdesi.

Consacrato pastore nel settembre del 1904, iniziò a occuparsi della comunità di Massello dove rimase fino al 1910, anno in cui venne trasferito a Cuneo, con cura della piccola comunità evangelica di Demonte. In quello stesso periodo, inoltre, iniziò a essere inviato come collettore all’estero, in particolare in Inghilterra, Scozia e Irlanda. Nel 1912 fece ritorno alle Valli valdesi, prima a Prarostino (1912-1915) e in seguito a Bobbio Pellice (1920-1922).

Su richiesta di Ernesto Giampiccoli, moderatore della Tavola Valdese, il 2 giugno del 1915 venne nominato, insieme ai colleghi Davide Bosio e Enrico Pascal, cappellano militare con il grado di sottotenente degli alpini. Assegnato al battaglione Fenestrelle del 3° reggimento alpini, nel settembre di quell’anno passò al comando della II armata, occupandosi del fronte carsico fino al 1917. Nell’ultimo anno di guerra seguì poi i soldati della III armata. Nel 1916 fu promosso capitano, svolgendo compiti di rappresentanza e di collegamento con gli alti comandi. In quello stesso anno venne inoltre nominato responsabile dell’assistenza spirituale dei soldati protestanti, ruolo che però non gli venne riconosciuto né dagli altri cappellani valdesi né dalla Tavola valdese, che non condividevano le sue posizioni nazionalistiche e lo accusavano di avere poca cura dei soldati.

Nel primo dopoguerra ricevette diverse decorazioni militari e fu inviato dal Governo italiano, tramite il ministro Luigi Facta, in Canada e negli Stati Uniti per raccogliere fondi a favore degli orfani e delle vedove di guerra, attraverso conferenze che ottennero buoni risultati. Tra il 1919 e il 1920 trascorse quasi dodici mesi negli Stati Uniti – tornandovi anche alla fine del 1922 – visitando numerose città e partecipando a numerosi meeting e incontri dell’American Waldensian Aid Society, società sorta a New York nel 1906 con lo scopo di sostenere e finanziare l’opera della Chiesa Valdese in Italia.

Nel 1922 si trasferì in Svizzera, dove si trovavano i parenti della moglie, Thérèse Combe, e dove già si era recato diverse volte, accettando l’offerta della chiesa italiana di Ginevra di sostituire il pastore Armand Carmagnola. L’incarico, inizialmente biennale, diventò poi definitivo. Nominato pastore della chiesa di Donneloye, nel cantone di Vaud, vi lavorò per diciassette anni, fino all’emeritazione nel 1942. Nel corso del suo ministero in Svizzera fu uno dei primi pastori a introdurre le unioni delle madri e i gruppi giovanili. Negli anni della Seconda guerra mondiale si occupò, in qualità di cappellano militare, dei soldati italiani ivi internati.

Non poté apprezzare a lungo il ritorno alle valli d’origine, nel 1947, a causa di una grave malattia di cuore che lo condusse alla morte l’anno seguente, a San Germano Chisone, il 20 luglio 1948.

Foto via – Eli Bertalot (al centro) con il moderatore della Tavola valdese Ernesto Giampiccoli e i cappellani Davide Bosio e Arnaldo Comba- Archivio Fotografico Valdese