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La solidarietà della Conferenza delle chiese europee al popolo greco

I leader dell’Unione europea (UE), insieme ai leader greci, trovino un terreno comune per il futuro della Grecia all’interno dell’Eurozona e dell’Unione. E’ questa l’esortazione che la Presidenza della Conferenza delle chiese europee (Kek) ha lanciato, lo scorso 3 luglio, in una lettera aperta indirizzata al pastore Meletis Meletiades, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica greca, e al metropolita Hieronymos II, primate della Chiesa ortodossa greca – le due chiese greche membro della Kek.

«Vi scriviamo con profonda preoccupazione per il futuro dell’Unione europea», hanno esordito i firmatari della missiva – il presidente della Kek, vescovo Christopher Hill; i due vice presidenti, il metropolita Emmanuel di Francia e la vescova Karin Burstrand; e il segretario generale, pastore Guy Liagre. La convinzione degli esponenti della Kek è infatti che in questi giorni sia «in gioco non soltanto il futuro di una nazione, ma il futuro del progetto europeo» e in particolare di una UE fondata sui principi di «condivisione, cooperazione e solidarietà».

Con questa premessa, la presidenza della Kek ha voluto prima di tutto esprimere la propria solidarietà al popolo greco: «La diminuzione degli standard del tenore di vita – in particolare per coloro che sono poveri o che vivono di pensioni che sono al di sotto della linea di povertà, come pure per coloro che stanno ai margini della società -, è inaccettabile in una Unione basata sulla condivisione e sulla solidarietà. Egualmente inaccettabile è la mancanza di visione offerta ai giovani che si somma alla disoccupazione. La dignità delle persone, secondo la teologia cristiana create a immagine di Dio, deve essere protetta in ogni circostanza».

L’ultima parte della lettera, volutamente scritta prima dell’esito del referendum di domenica scorsa, contiene un appello alle autorità europee: «A nome della Kek, chiediamo ai leader politici dell’Unione di rafforzare ancor più i loro sforzi, senza alcun riguardo al risultato del referendum di domenica, per mantenere la Grecia nell’UE e per trovare i meccanismi per affrontare la sostanza delle attuali difficoltà; in particolare i meccanismi della ristrutturazione del debito, al momento il maggior peso che grava sullo schiudersi del futuro della Grecia. Sollecitiamo i leader dell’Unione insieme ai leder della Grecia di trovare un terreno comune per il futuro della Grecia all’interno dell’Eurozona e dell’Unione».

Foto: “2011 Greece Uprising” by Kotsolis at English Wikipedia. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.