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Il tempio del Signore

Siano i tuoi occhi aperti notte e giorno su questa casa, sul luogo di cui dicesti: “Qui sarà il mio nome!”
(I Re 8, 29)

Cristo fu fedele come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo
(Ebrei 3, 6)

La preghiera di Salomone è lode, intercessione e confessione di fede. Essa sgorga dalla sua anima come un fiume impetuoso e riassume tutti i sentimenti del popolo d’Israele.

Il tempio è più di un luogo e di un edificio, esso è immagine e memoria della grazia di Dio e del suo progetto di salvezza. Salomone prega il Signore perché vegli sul suo popolo e si ricordi delle azioni

benigne compiute a suo favore. Il tempio non è un luogo esclusivo e riservato solo a un popolo, bensì uno spazio aperto e accogliente: è lo spazio in cui l’umanità vive; ora la speranza di Salomone si manifesta nelle seguenti parole: Concedi a questo straniero tutto quello che ti domanderà, affinché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome per temerti. Affinché tutti i popoli della terra riconoscano che il Signore è Dio e non ce n’è alcun altro. (I Re 8, 43b;60).

Lo sguardo del Signore manifesta le sue attenzioni e benignità e abbraccia spazio e tempo ampi ed estesi.

Anche la nostra preghiera al Signore può osare richieste che non rientrano negli schemi della consueta pietà religiosa, perché il Signore è amore.  

Il corpo della Bibbia è Antico e Nuovo Testamento, essi appartengono a un unico grande discorso del Signore, perciò noi ricordiamo il senso che assume il tempio del Signore nella riflessione neotestamentaria: Cristo fu fedele come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo (Ebrei 3, 6).

Le cristiane e i cristiani sono la casa del Signore e il tempio dello Spirito, perciò sulla piccola e sulla grande storia delle creature veglia il Signore, il suo nome è scolpito sul nostro cuore, come il nostro lo è sulle sue mani: Ecco, io ti ho scolpita sulle palme delle mie mani (Isaia 49, 16).

Foto: “Il Nuraghe Nolza e Meana Sardo all’ orizzonte” by PerdameanaOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.