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Una giornata storica

Una giornata storica, quella di lunedì 22 giugno a Torino: per la prima volta in ottocento anni di storia un papa ha varcato la soglia di un tempio valdese, il luogo di culto di una chiesa che ha aderito alla Riforma protestante nel 1532, ma che era nata 350 anni prima dalla conversione di un ricco mercante, Valdo di Lione. Un movimento, quello valdese, caratterizzato dalla sottolineatura della povertà evangelica e dal motto libere praedicare, predicare nella libertà.

Ben presto scomunicati, i valdesi furono duramente repressi, e la persecuzione continuò, anzi si accentuò dopo l’adesione alla Riforma protestante. E proprio la richiesta di perdono che papa Francesco ha fatto a nome della Chiesa cattolica «per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi» è stato il momento più significativo e commovente di questa giornata.

Un incontro fraterno, caratterizzato dal dialogo. Papa Francesco e il moderatore valdese Eugenio Bernardini non si erano consultati prima, eppure dai loro discorsi è emersa una chiara sintonia. Il pastore Bernardini ha citato alcune parole del papa sull’unità cristiana come «diversità riconciliata», e ha sollevato due problemi che stanno a cuore ai valdesi e metodisti italiani (che, lo ricordiamo, da 40 anni sono uniti da un «patto di integrazione»): il riconoscimento delle chiese evangeliche come chiese a pieno titolo e non solo «comunità ecclesiali», e l’ospitalità reciproca alla Cena del Signore.

Da parte sua il papa ha ribadito che unità non significa uniformità, ha evitato di usare l’espressione «comunità ecclesiali», e ha ricordato quanto è avvenuto a Pasqua a Pinerolo, dove valdesi e cattolici si sono scambiati il pane e il vino per le rispettive celebrazioni pasquali: un gesto, ha detto Francesco, «che fa pregustare quell’unità della mensa eucaristica alla quale tutti aneliamo». Grande sintonia anche sui temi della testimonianza nella società, e in particolare sulla necessità di accogliere rifugiati e migranti.

Certo, questa giornata non è stata un punto di arrivo, ma una partenza per un nuovo cammino, che non sarà privo di ostacoli. E l’immagine del cammino che ci sta davanti era al centro del saluto finale della diacona Alessandra Trotta, presidente dell’Opera per le chiese metodiste, che ha invocato la benedizione di Dio sull’assemblea, riservando a papa Francesco una benedizione particolare con le parole finali di un inno evangelico: «caro fratello, finché ci rivedremo, ti sostenga il Signore nel tuo cammino».

Foto P. Romeo/Riforma