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Le reazioni del mondo cattolico: felicità e perplessità

La visita di papa Francesco è stata seguita con ovvio interesse anche dalla comunità cattolica locale e nazionale.

Monsignor De Bernardi, vescovo di Pinerolo, regge una diocesi che per contiguità territoriale è abituata a misurarsi da secoli con il mondo valdese che in quei territori ha le proprie radici; per questo saluta con grande calore i temi emersi dalla giornata odierna: «Userei alcuni termini per definire questo importante momento: gioia, realizzazione di un sogno, speranza e fraternità rafforzata. I primi due concetti sono lo stato d’animo di comunità che tanto si sono spese per avvicinarsi, e la visita di oggi rappresenta uno spartiacque importante per la valenza di cui si carica. Ma non è un momento casuale: è il culmine di un lungo percorso, e per questo va reso onore alle tante donne e ai tanti uomini che hanno speso la propria esistenza in un continuo sforzo di dialogo ecumenico».

Il moderatore Eugenio Bernardini con garbo ma con fermezza ha ricordato alcuni aspetti che ancora ostacolano una piena riconciliazione, dalla definizione del Concilio Vaticano Secondo sulle “comunità ecclesiali” a quella dell’ospitalità eucaristica: «Sono due questioni distinte – continua De Bernardi -. La prima è figlia del Concilio Vaticano e all’epoca rappresentò un forte passo in avanti perché aiutò a superare la questione dei “fratelli separati”. Ma ora a 50 anni da quell’incontro bisogna fare un ulteriore passo in avanti, che io stesso ho sollecitato molte volte. Non è infatti possibile negare il titolo di chiesa a chi riconosce il battesimo, che cattolici e protestanti hanno in comune, e che è la porta per entrare appunto nella propria chiesa di appartenenza. Sul tema dell’eucaristia sono necessarie più attente riflessioni teologiche, anche se a mio avviso la strada maestra era già stata segnata oltre 30 anni fa dal BEM, il documento su battesimo, eucaristia e ministero pubblicato dalla commissione Fede e Costituzione, vera e propria pietra miliare che si è troppe volte accantonata. Forse è il tempo, e su questo ho già avuto modo di discutere varie volte con il pastore Paolo Ricca, di far vedere la luce ad una commissione mista valdo-metodista e cattolica, per ragionare a fondo su questi temi, superando la fase dei sorrisi e dei reciproci riconoscimenti. Fase importante cui va dato però un seguito sostanziale».

Aspetti teologici che possono unire, ma che in parte ancora dividono come sottolinea Andrea Gagliarducci, vaticanista per Aci stampa e varie testate cattoliche internazionali: «la teologia è un dono proprio in seno ad ogni religione, e mi colpisce che il moderatore Bernardini chieda in sostanza una conversione teologica al cattolicesimo, cosa che non avviene al contrario. La totale comunanza eucaristica presuppone un disconoscimento di parte della propria dottrina, aspetto francamente che mi pare non possibile. Sono poi stupito del fatto che il moderatore senta una così forte necessità di riconoscimento da parte del mondo cattolico, chiedendo per questo il superamento della definizione di “comunità ecclesiali”: se si è profondamente convinti e sicuri del proprio cammino forse non vi è motivo per chiedere riconoscimenti ufficiali». Segnali di come il percorso da fare sia ancora lungo secondo Gagliarducci, anche se –prosegue- «è indubbio che oggi abbiamo vissuto una giornata storica, anche se già conoscevamo l’attenzione di Francesco verso il mondo protestante, in particolare verso la comune predisposizione a spendersi nella società. Ci sono molti temi in comune su cui lavorare per ricercare la celebre e celebrata unità nella diversità».

Foto P.Romeo/Riforma