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Compie 20 anni il Dipartimento dei Ministeri femminili della chiesa avventista in Italia

Il dipartimento dei Ministeri femminili dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno (Uicca) festeggia quest’anno il ventesimo anniversario. Ne parliamo con Franca Zucca, direttore nazionale dei Ministeri femminili (Mf).

Il dipartimento dei Mf celebra quest’anno un bel traguardo, ma non è un po’ troppo giovane per una chiesa ultracentenaria che ha proprio una donna tra i fondatori e le figure più importanti? 


Il dipartimento è nato ufficialmente nel 1995, ma di fatto i MF nascono oltre cent’anni fa, grazie a una donna: Sarepta Henry. Lavorò instancabilmente per creare una rete e un sistema di sostegno delle donne della chiesa. Purtroppo, quando lei morì, nonostante avesse costituito un comitato di lavoro, i MF smisero pian piano la loro attività. Furono riattivati nel 1990 e nel ’95 hanno assunto lo status ufficiale di dipartimento presso la Chiesa avventista mondiale e continuano a crescere in tutto il mondo.

Quali sono gli obiettivi di questo ministero?


I Mf sono rivolti ai bisogni spirituali, emozionali, fisici e sociali delle donne della chiesa. Consigliano le giovani, incoraggiano le madri, sostengono le donne anziane e quelle ferite. Sono tre le aree sulle quali si focalizzano: nutrimento spirituale, tramite ritiri spirituali, congressi, incontri di preghiera e incoraggiando lo studio sistematico della Parola a livello personale e di gruppo; equipaggiare le donne, offrendo corsi di formazione (per esempio, sulla leadership) oppure seminari sul recupero di una sana autostima, percorsi di salute in senso olistico; testimonianza verso l’esterno, tramite risorse varie (studi della Bibbia, attività evangelistiche al femminile, ecc.), affinché le donne raggiungano altre donne della società bisognose del tocco di Gesù.

Sei la responsabile nazionale da quando il dipartimento è nato, qui in Italia. Come sono stati i primi anni? 


Molto in sordina, conditi qui e là da paure e pregiudizi da parte delle chiese. È stato un percorso lungo e in solitudine. Ci sono stati anche periodi di interruzione, quando cioè i Mf sono andati “in sonno” per ragioni varie. Ho sentito la mancanza di una mentore, ma ho avuto il sostegno di quelle donne che, in Italia e all’estero, credevano (e credono!) in questi ministeri e pregavano. Ho potuto seguire dei corsi di formazione e advisory internazionali che mi hanno aiutata a “formarmi”; ho letto e studiato molto materiale, soprattutto quello che mi perveniva dal dipartimento mondiale.

Quale percorso è stato seguito negli anni? 


Innanzitutto il riconoscimento ufficiale come dipartimento dell’Uicca. All’inizio era solo un “ufficio di coordinamento”… Inoltre è stato importante avere delle responsabili nei vari Campi (nord, centro, sud e siciliano). È un team straordinario di donne consacrate e capaci, con la visione delle cose di Dio e dei bisogni delle donne nella chiesa e in generale. Queste collaboratrici promuovono attività, incontri, programmi che favoriscono la crescita spirituale, il ministero dell’ascolto e della consolazione (di donne ferite e sole), la collaborazione con gli altri dipartimenti e servizi della chiesa, l’interazione con le donne evangeliche e molto altro ancora. Mi fa piacere ricordare qui anche le sorelle che lavorano nelle chiese locali e quelle che mi aiutano grandemente nelle traduzioni di materiale vario. Su una parete del mio ufficio a Roma ho appeso una cartina geografica dell’Italia e ho messo una bandierina laddove è presente a attivo un Mf locale. Sono grata al Signore per tutte queste bandierine e… per quelle future!

 Come sono cambiate le donne nella chiesa avventista in questo ultimo ventennio? 


Devo parlare di una nota dolente, della piaga della violenza. Intendo violenza che in alcuni casi si verifica purtroppo anche in famiglie avventiste. Violenza psicologica soprattutto, ma talvolta anche fisica. Le donne sono cambiate nel senso che prendono coscienza del “problema” e cercano aiuto. Come chiesa e come Mf stiamo tentando di attrezzarci, facendo rete con realtà associative, ecclesiastiche, ecc., che si occupano di questa problema, e ciò per poi fornire informazioni alle donne. In tal senso è nato anche il prontuario “Rompere il ciclo del silenzio”. Ci sono sempre nuove sfide da affrontare: la società subisce mutamenti continui e di conseguenza anche la chiesa e le donne della chiesa. Ciò non ci scoraggia, anzi ci stimola a trovare risposte e ad offrire servizio. E poi, ci siamo tecnologizzate! Abbiamo il sito web e il blog.

C’è qualche progetto presente o futuro di cui vuoi parlarci?

Abbiamo in cantiere di focalizzarci sulle ragazze: adolescenti e giovani adulte. Stiamo studiando delle opportunità di incontri per dare spazio alla loro voce e offrire consulenza su temi di interesse specifico. Non sono in grado di dire di più al momento, stiamo appena incominciando a lavorare sul progetto. Me ne avrete notizia, speriamo presto.

Fonte: Notizie Avventiste