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La fedele protezione di Dio

Il Signore è il nostro Dio; è lui che ci ha protetti per tutto il viaggio che abbiamo fatto
(Giosuè 24, 17)

A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irresistibili e con gioia davanti alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen
(Giuda 24-25)

Il capitolo 24 non è solo la chiusa del libro di Giosuè, ma è la fine dell’epopea cominciata con il racconto – all’inizio del libro dell’Esodo – della schiavitù degli ebrei in Egitto. Qui si conclude la conquista della Terra Promessa, qui muore il grande condottiero. Questo capitolo contiene però anche il grande discorso che Giosuè rivolge al popolo radunato a Sichem, con l’appassionata esortazione a scegliere di servire il Signore, rinnovando in questo modo il patto segnato al Sinai.

Per tre volte Giosuè – dopo aver ripercorso la storia dei quarant’anni nel deserto – invita perentoriamente Israele a rimanere fedele al Dio liberatore, per tre volte il popolo promette di servire il Signore, che significa – nel caotico Panteon del Medio Oriente – a lui solo rendere culto, ma vuol dire anche impegnarsi a osservare con cura i suoi comandamenti. Questo duplice impegno si fonda sulla constatazione che “è lui che ci ha protetti nel nostro viaggio”.

Ci sono dei momenti nella vita di una chiesa, di una comunità, di un singolo credente, in cui è necessario fermarsi, guardare indietro e ricostruire la storia che ci ha condotti fino a quel punto. Occorre saper analizzare i propri errori e riconoscere che comunque «è lui che ci ha protetti per tutto il cammino che abbiamo fatto».

La conseguenza non può che essere il ripartire, con gratitudine verso il Signore e con il desiderio di corrispondere alla sua volontà rendendogli il culto che gli è gradito, il quale secondo l’apostolo Paolo (Romani 12, 2) è un impegno concreto per la vita. E la vita è l’intreccio delle relazioni con gli uomini e le donne che incontriamo e che ci è chiesto di amare: “Chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto”, afferma Giovanni nella sua prima epistola (4, 20).

Foto di chripell via Flickr | Licenza CC BY-SA 2.0