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I pastori bernesi saranno stipendiati dallo Stato?

In un contesto di dibattito politico regolare sui rapporti tra Chiese e Stato, il Consiglio esecutivo del Cantone di Berna ha redatto un rapporto su questa questione. Prima che quest’ultimo venisse discusso al Gran Consiglio (legislativo), le chiese riconosciute disponevano di un diritto di preavviso e di proposta. Per questo, i rappresentanti delle chiese riformate di «Berne, Jura et Soleure» (RefBeJuSo), riuniti in Sinodo i 26 e 27 maggio scorsi, hanno discusso su questo documento nonché sul rapporto degli esperti della società Ecoplan e dello studio Ad! vocate sui rapporti Stato-chiese commissionato dal Consiglio esecutivo.

Questo rapporto è stato reso pubblico a fine marzo. I membri del Sinodo hanno espresso un preavviso su questo studio che rimetteranno al Consiglio esecutivo. Se il rapporto Ecoplan/Ad! vocate «costituisce una base solida per il seguito del dibattito», il Sinodo deplora che esso si focalizzi su elementi economici e finanziari, lasciando solo un posticino alla fede e alla spiritualità. Attualmente, la Chiesa bernese è ancora largamente sostenuta dallo Stato. Del resto, è l’ultima in Svizzera ad avere i propri ministri stipendiati dallo Stato. Ma anche se il rapporto degli esperti dimostra che la maggioranza della popolazione bernese (57,7%) è riformata, che più dei due terzi della popolazione sono rappresentati da una delle tre Chiese riconosciute (riformata, cattolica romana, cattolica cristiana); e che in termini monetari, le prestazioni fornite alla società da queste chiese rendono più alla collettività di quanto le costano queste istituzioni, alcune voci politiche si fanno sentire per ripensare i rapporti Chiese-Stato.

Atteggiamento aperto di fronte al cambiamento. Che i pastori non siano più stipendiati dal cantone è la misura più importante della proposta fatta dall’esecutivo cantonale. Per Andreas Zeller, presidente del Consiglio sinodale (esecutivo) di RefBeJuSo, è probabile che una maggioranza di deputati avrebbe potuto essere trovata per opporsi a questa misura, ma per quanto tempo? «Abbiamo capito i segni del tempo e pensiamo che sarebbe bene che ci diciamo pronti a questo cambiamento». Il Consiglio sinodale ha perorato un atteggiamento aperto di fronte a questo cambiamento affinché le chiese possano svolgervi un ruolo di partner. Questa posizione di apertura è stata ampiamente seguita dal plenum che incoraggia il Consiglio esecutivo a portare avanti una politica attiva in materia di religioni e a evitare di ridurre questa tematica alla sola sfera privata.

Se a qualcuno dispiace che si comprometta il ruolo della Chiesa di Stato proveniente dal Contratto sociale risalente alla Rivoluzione francese, altri accolgono favorevolmente questa separazione dallo Stato, come il pastore Samuel Hug il quale si rallegra «di poter essere impiegato dalla Chiesa che lo ha consacrato e alla quale ha detto “sì”».

Una sfida per i servizi centrali della Chiesa. Ma questo cambiamento suscita diversi timori, in particolare circa la perennità del finanziamento dei posti pastorali. Il Sinodo ha quindi cercato una formula adeguata per chiedere fermamente garanzie finanziarie, senza per questo dare prova di diffidenza nei confronti del cantone che «è sempre stato un partner affidabile», ha ricordato il Consiglio sinodale. Da parte del corpo pastorale in particolare si teme che questa misura sia una misura di risparmio travestita.

Altro punto di preoccupazione circa questa proposta di cambiamento di statuto: la questione delle risorse umane. Se i pastori diventeranno impiegati della Chiesa, i servizi centrali dovranno gestire non più un centinaio di salariati su un solo sito bensì circa 500 ripartiti su tutto il territorio bernese. Le attuali strutture non sono adatte e la Chiesa sa fin d’ora che questa questione dovrà essere minuziosamente ripresa se il progetto si concretizzerà. Un aiuto specifico potrebbe allora essere chiesto allo Stato.

(Traduzione dal francese di Jean-Jacques Peyronel)

Foto “Bern luftaufnahme” by de:Benutzer:ReaastOwn work. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons.