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L’ottimismo della grazia

Si è tenuta come di consueto al centro di Ecumene, a Velletri (Roma), il 30 e 31 maggio, l’annuale Consultazione metodista, il momento di incontro e riflessione delle chiese metodiste italiane, da quarant’anni integrate con quelle valdesi nella Chiesa evangelica valdese, Unione delle chiese metodiste e valdesi. Proprio il quarantesimo anniversario del Patto d’integrazione del 1975 è stato il centro della riflessione dei lavori.

Durante la Consultazione si è lavorato anche per gruppi tematici, affrontando questioni quali la leadership nella chiesa, l’importanza della musica nella liturgia, e la «santificazione sociale» come caratteristica metodista della testimonianza nella società. «La nostra forza è l’ottimismo della grazia contro il pessimismo antropologico. La centralità è sempre nell’apertura di ognuno e ognuna all’opera di Dio che trasforma: sappiamo di essere peccatori, ma poniamo l’accento su ciò che di buono l’essere umano può fare quando lascia agire in sé lo Spirito di Dio» ha detto la presidente dell’Opera per le chiese metodiste in Italia (Opcemi), la diacona Alessandra Trotta.

«Siamo una chiesa integrata – ha sottolineato nell’assemblea plenaria di sabato il pastore metodista Massimo Aquilante (presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – FCEI) -, che oggi deve misurarsi con la secolarizzazione della società. Sempre più si avvicineranno alle nostre chiese persone che porranno domande nuove, inedite: a questo dobbiamo essere pronti, ripartendo dallo studio della Scrittura. La tradizione metodista ha delle caratteristiche da mettere al servizio non solo della chiesa integrata ma anche del nostro paese». «Il Patto di integrazione è l’unica esperienza di unione di due chiese nell’evangelismo italiano», ha ribadito il pastore metodista Luca Anziani, vice-moderatore della Tavola valdese: «Insieme abbiamo dato vita ad un nuovo modo di essere chiesa. Dobbiamo ripartire dalla proposta teologica e dalle sfide del presente: l’essere chiesa insieme, ovvero il vivere insieme la chiesa con cristiani di altri paesi; il Mezzogiorno, che è il ponte verso il Mediterraneo, e che vede assottigliarsi la nostra presenza come chiesa; l’impegno nella società; e infine il ruolo dei laici, da riscoprire e valorizzare». «Valdesi e metodisti – ha detto il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese – affrontano gli stessi problemi: dobbiamo tornare a crescere e avere un’organizzazione delle chiese più leggera e adeguata ai nostri numeri attuali, ricordando che la diversità dei doni è stata la forza della nostra vocazione e quindi dobbiamo pensare anche al riconoscimento dei differenti ministeri nella chiesa».

Foto: il Centro evangelico Ecumene, a Velletri (RM)