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Pulsar in Kosovo per una pace duratura, con l’aiuto dell’8 per mille valdese

Il progetto Pulsar (Project on Understanding and Linkages to Serbs and Albanians Reconcile) è dedicato ai Corpi Civili di Pace in Kosovo e rappresenta nella quotidianità ciò che il famoso ponte di Mitrovica raffigura potentemente in architettura, nel simbolico e nell’immaginario di tutti noi.

Pulsar è stato sostenuto con i fondi Otto per mille della Chiesa valdese e lavora in stretto contatto con i partner locali in Kosovo per monitorare la percezione del conflitto e costruire legami di convivenza pacifica per i popoli e le comunità. L’obiettivo è la ricomposizione sociale e la riconciliazione possibile: intersecando il “passato” ed il “futuro”, recuperando nozioni antiche, si risale ad un passato di centinaia di anni fa e si cerca di ricostruire rapporti tra la comunità albanese kosovara e i Serbi del Kosovo. Rapporti che nel corso degli anni hanno gettato le basi dello sviluppo sociale, culturale e politico del paese.

«I presupposti del progetto sono lontani nel tempo – ci spiega Gianmarco Pisa, operatore del progetto – Kosovo e Balcani Occidentali sono da tempo attraversati da conflitti controversi. L’attivazione della Società Civile di Pace italiana risale fin dalla seconda metà degli anni ’80 e a partire dal 2004 sono stati attivati molti progetti umanitari. Pulsar è un progetto su cui abbiamo investito impegno, energia e studio ed è stato sostenuto anche dalla città di Napoli. Si tratta in effetti del primo caso di un progetto esplicitamente dedicato alla costruzione di corpi civili di pace in zona di conflitto sostenuto da un’amministrazione locale italiana, quindi istituzionalmente riconosciuto. Fondamentale è per noi la collaborazione con partner locali, necessaria per ricostruire legami di fiducia e comunicazione tra le comunità maggioritarie etnicamente connotate di serbi e albanesi.

Associazioni, privati, enti, organizzazioni giovanili impegnate sul tema della democrazia sono diventati veri e propri co-ideatori del progetto».

Il progetto Pulsar è rimasto attivo in tutto il 2014 con l’intervento dei Corpi Civili di Pace, puntando ad una azione diretta “sul” e “nel” conflitto, dal momento che si propone di individuare gli elementi di condivisione tra le comunità albanese kosovara e dei Serbi del Kosovo attraverso il patrimonio delle memorie sociali e le letterature tradizionali, con l’obiettivo di ricostruire ponti di legame nella separazione, drammatica e dolorosa, del dopo-guerra.

«La particolarità di Pulsar – aggiunge Pisa – è il recupero delle nozioni antiche, di un passato che faccia comprendere quali erano i rapporti tra le due comunità. Analizzando il presente e monitorando le periodiche escalation di violenza e tensione, su suggerimento dei giovani che collaborano con noi a Mitrovica, abbiamo deciso di esplorare le radici di un passato fatto certo di conflitti e divergenze, ma anche di condivisione e di convivenza. L’obiettivo era ricostruire una memoria comune, un ponte di comunicazione e comprensione, un mutuo riconoscimento dei legami passati. Siamo risaliti al Medioevo, analizzando documenti e codici del 14° e 15° secolo. Può sembrare anacronistico recuperare queste tracce così antiche, ma il patrimonio culturale condiviso del Kosovo è stato completamente distrutto e per comprendere lo sviluppo sociale e politico della zona parte bisogna ripartire da esempi perduti di momenti di fratellanza e convivenza positiva e produttiva».

I luoghi della ricerca culturale sulle memorie collettive di Pulsar sono stati il Museo Etnografico di Belgrado, il Museo di Storia del Kosovo a Pristina, la Biblioteca Nazionale ed Universitaria del Kosovo e la Biblioteca Civica di Kosovska Mitrovica.

La chiesa Valdese, con l’Otto per Mille, supporta da anni varie iniziative di nonviolenza in Kosovo. Il sostegno dato al progetto Pulsar ha rivitalizzato una radice storica fondamentale per sostenere i percorsi di ricrescita e ritrovare la memoria del paese. La ricerca fatta pone le basi per progetti futuri dedicati alla valorizzazione del patrimonio della memoria collettiva. Ad esito di questo itinerario di ricerca è stato recentemente pubblicato l’e-book con traduzioni in italiano, inglese, albanese, serbo.

Foto: “Pont “AUSTERLITZ” Mitrovica” của jicégé – Kosovska Mitrovica, phát hành theo giấy phép Phạm vi công cộng do Wikimedia Commons cung cấp.