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Accadde oggi, 19 maggio

Sono mesi oramai che si combatte attorno a Montecassino. Almeno da gennaio di quel 1944 in cui le sorti della guerra sembrano segnate. E invece vi sarà ancora un infinito elenco di stragi ed eccidi, in Italia e nel mondo, prima di vedere nella primavera di un anno dopo la resa del Reich.

Al confine fra il Lazio e la Campania, e poi via verso l’Abruzzo e l’Adriatico corre la linea Gustav, voluta fortemente da Hitler, che taglia in due l’Italia con i nazisti ancora padroni del nord e gli alleati che avanzano da meridione. Dopo mesi di battaglie e di bombardamenti – celebre il drammatico e inutile lancio di bombe sull’abbazia benedettina di Montecassino ripresa dalle telecamere alleate nel febbraio del ’44 – la linea cede, le truppe indiane e quelle francesi in particolare avanzano, costringendo i tedeschi alla ritirata. Inizia la risalita verso Roma che sarà liberata il 4 giugno.

Allo sfondamento della linea Gustav è legato uno fra i più tragici episodi di un conflitto che di episodi tragici è ricolmo: gli stupri di massa operati dalle truppe marocchine e algerine agli ordini del generale alleato  Alphonse Juin.

Le cosiddette “marocchinate” ispireranno Alberto Moravia per il romanzo La Ciociara, e varranno un Oscar a Sophia Loren nel 1962 nel film omonimo di Vittorio De Sica, ma saranno soprattutto una tragica ferita che ha coperto di vergogna e disonore il passaggio dei vincitori in quel lembo di terra.

 A seguito a quanto pare oramai storicamente accertato di una sorta di liberi tutti di 50 ore concesso dallo stesso Juin alle sue truppe reclutate nelle nazioni coloniali, queste danno sfogo alla propria peggior rabbia mettendo in atto una catena spaventosa di stupri e violenze sulle donne di interi paesi.

I dati sono discordanti, un po’ per la non collaborazione delle autorità francesi, un po’ perché molte donne per la vergogna non si recano negli ospedali per denunciare l’accaduto. 20 mila saranno i casi accertati, una mattanza, ma si stima che il totale sia stato almeno tre volte superiore.

I goumier, così venivano chiamati i militari maghrebini, subiscono anche la pesante accusa da parte di papa Pio XII, e serve questo per smuovere il generale Charles De Gaulle e costringere la magistratura francese ad indagare pigramente su vari episodi.

A vari Comuni al termine della guerra viene assegnata la medaglia d’oro o d’argento al valore militare. Poca cosa di fronte al dramma di famiglie distrutte dalle malattie veneree, dalle violenze subite, dall’impossibilità di superare emotivamente l’orrore vissuto.

Foto: “Monte Cassino Opactwo 1“. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.