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L’intercultura torna al Ministero dell’Istruzione

La Commissione è presieduta dallo storico Alberto Melloni, direttore della Fondazione per le Scienze religiose di Bologna Giovanni XXIII, e raccoglie esperti di diverso orientamento culturale e religioso: tra gli altri, Ada Treves di “Pagine ebraiche”, Marinella Perroni, tra le fondatrici del Coordinamento delle teologhe italiane, e Rosanna Ciappa, storica e membro della Tavola valdese.

Nella circolare che istituisce la Coples si fa riferimento alle scuole e alle università italiane come «luoghi di aggregazione e di socializzazione fondamentali in cui promuovere la cultura della partecipazione, della legalità e della responsabilità, per combattere le discriminazioni ed educare al rispetto dei principi costituzionali di libertà ed eguaglianza fra e dentro le culture e le religioni».

Sulla scia di una precedente Commissione “intercultura” – sciolta di fatto ai tempi del ministro Gelmini – la nuova struttura risponde all’esigenza della scuola italiana di recepire il pluralismo religioso che si esprime al suo interno e di avviare una riflessione tesa a “disciplinare” il sapere religioso in un contesto in cui esso acquista una sempre maggiore rilevanza sociale e culturale.

A riguardo esistono ipotesi diversificate quali l’introduzione di una specifica materia di taglio storico e socio religioso o la definizione di un percorso interdisciplinare. Ma innanzitutto la Commissione – come spiega il suo coordinatore – «intende avviare un lavoro di documentazione, monitoraggio e mappatura delle diverse sperimentazioni in atto, con un occhio attento ma anche critico a quello che accade nel resto dell’Europa».

«Partecipo con convinzione a questa Commissione – ha dichiarato Rosanna Ciappa – che riapre anche nella scuola italiana il tema del pluralismo confessionale e del sapere religioso. Temi sui quali il mondo protestante ha maturato una lunga riflessione ed elaborato delle proposte, ampiamente raccolte dalla “Associazione 31 ottobre per una scuola laica e pluralista”. La scuola – prosegue Ciappa – deve trovare risorse e idee per rispondere alle nuove sfide determinate dai grandi cambiamenti intervenuti nella società italiana anche sotto il profilo confessionale, e che l’insegnamento religioso confessionale per sua stessa natura non è in grado di affrontare».

«Un cambiamento è urgente. Il recente rapporto sull’analfabetismo religioso (Il Mulino 2015) – aggiunge Paolo Naso, che vi ha collaborato – denuncia i costi sociali della crescente incompetenza in materia religiosa. La conoscenza delle religioni non è solo un importante obiettivo didattico; in una società multiculturale è un fondamentale sostegno alle politiche di integrazione e di coesione sociale».

Foto via Pixabay | Licenza: CC0 Public Domain