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Accadde oggi, 11 maggio

Il suo “Storia del pensiero filosofico e scientifico” è stato il testo su cui hanno sbattuto la testa generazioni di studenti liceali, che fra quelle pagine si districavano per apprendere le radici del nostro modo di essere e di pensare. Nasceva oggi l’undici maggio 1908 a Torino Ludovico Geymonat, fra i massimi filosofi italiani del novecento. Di origine valdese, si laurea in filosofia nel 1930 e in matematica nel 1932. Rifiuta di iscriversi al partito Fascista e per questo si vede sbarrate in faccia le porte per una carriera accademica. Nel 1940 aderisce al partito Comunista clandestino e dopo l’armistizio fa della sua casa di Barge il centro organizzativo delle Brigate Garibaldi in zona. Incarcerato a Saluzzo nel 1943 viene rilasciato per mancanza di prove, ma da quel momento capisce di essere braccato e prende la strada dei monti e diventa il partigiano Luca Ghersi, commissario politico della 55ma brigata “Carlo Pisacane” in valle Po.

Neopositivista e neoilluminista, sarà il primo a portare in Italia il pensiero di Karl Popper e della scuola viennese. Per Geymonat nel 1956 a Milano verrà creata la prima cattedra in Italia di Filosofia della Scienza. Molto amato dai suoi studenti perché, severo e rigoroso in aula, sapeva schierarsi al loro fianco cogliendo le istanze delle proteste che miravano a riformare il sepolcrale sistema scolastico italiano a cavallo fra gli anni ’60 e ’70. Grande divulgatore, dirigerà collane scientifiche per Garzanti, Utet, Feltrinelli. Muore a Barge nel 1991.

«Ciò che noi cerchiamo di combattere non è l’esistenza di un potere, bensì la sua trasformazione in qualcosa di intoccabile, cioè della sua entità metafisica… – ed ancora – difendere la Libertà significa difendere il cambiamento o almeno, la possibilità di cambiamento».

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