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Inventarsi una notizia? Ci sta!

Nella fauna dei social, tra la bufale e la fuffa troviamo un altro strano animale: la non-notizia. Si tratta di cose, avvenimenti, dichiarazioni effettivamente avvenuti, ma che non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista dell’informazione. A titolo d’esempio ne segnaliamo tre, correlate in qualche maniera tra loro.

Il non black block. Durante gli scontri del 1º maggio a Milano, una troupe di TgCom ha intervistato un ragazzo vestito con una tuta nera, ma non era un black block né si era unito a loro nel devastare i negozi e le automobili. Il ragazzo appariva confuso e sovraeccitato. Probabilmente non era del tutto in sé — non traggo le mie conclusioni per ovvi motivi legali —, eppure la troupe ha intervistato lui, facendo poi girare il video con tanto di fascetta “Esclusivo”, quasi a vantarsene. Certo, il ragazzo era una miniera di frasi banali e, se vuoi, divertenti, del tipo che se c’è confusione «Ci sta che la gente spacca tutto».

L’indomani Repubblica è andata a cercarlo a casa e ha rivelato — facendo informazione, paradossalmente — che il ragazzo era semplicemente uno che si trovava per caso lì e che ha avuto l’incauta idea di condividere banalità e idiozie davanti a una telecamera. Altre erano le persone responsabili di come si è svolta quella giornata di devastazioni.

I black block non vestono Rolex. L’immagine sgranata di una persona, forse facente parte del famigerato blocco nero, che deturpava una vetrina, è emersa tra le tante per un particolare insignificante: l’orologio che indossava al polso. Si trattava di un modello classico, dorato, di forma rettangolare con cinturino metallico. Molti sui social si sono subito dichiarati allo stesso tempo “occhio di falco” ed esperti di orologi: è un Rolex.

Da questa non notizia (al limite della bufala) sono partite deduzioni e idiozie a iosa. Persino il presidente del Consiglio si è sentito di dichiarare che, tra i black block c’erano “i figli di papà col Rolex” — qualunque cosa volesse dire questa frase —. Qui è evidente la parentela con la cosiddetta fuffa: un governo non risponde sugli avvenimenti, ma si diletta in elucubrazioni sui figli di papà col Rolex.

Meno male che è venuta pronta la smentita, direttamente dall’azienda di orologi: non era un Rolex e, comunque, pensare che un cliente della Rolex spacca una vetrina è denigratorio dell’azienda. Per questo la Rolex ha chiesto al premier di smentire. Spero — ma non mi illudo — che non l’abbia fatto.

La moglie di Renzi non sciopera conto il governo. Questa settimana c’è stata uno dei più partecipati scioperi di docenti contro la riforma della scuola. La consorte del primo ministro è un’insegnante e, com’era prevedibile, non è andata al lavoro. Al netto dell’opinione che si possa avere sul decreto “La buona scuola”, possibile che tra tutte le cose che si potevano raccontare, diverse testate hanno deciso che di dire che  è la signora Renzi non ha scioperato?

Certo con le non-notizie si conquista la viralità, ovvero le condivisioni su Facebook e Twitter. Forse, però, non è detto che “ci sta”: meglio fare informazione e, se non hai niente da dire, non elevare a notizia ciò che non lo è.