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Papa e Luterani: discutiamo ma non interrompiamo il dialogo

Il tema della sessualità non deve ostacolare l’inevitabile percorso ecumenico intrapreso in questi anni. Questo il succo dell’incontro avvenuto ieri fra le mura vaticane fra papa Francesco e Antje Jackelén, arcivescovo di Uppsala, primate della Chiesa evangelica luterana di Svezia, che conta circa sei milioni e mezzo di fedeli in patria.

Francesco ha sottolineato come «il cammino ecumenico è imprescindibile, ma non vanno sottaciuti i ragionamenti sulle tematiche della vita, della famiglia e della sessualità per timore di ulteriori divisioni. Sarebbe un errore e un peccato se in queste importanti questioni si consolidassero nuove differenze confessionali».

Sottile il messaggio: non abbiamo paura di discuterne ma non dividiamoci. Ma ciò implica un passo di ognuno verso l’altro, o l’accettazione di posizioni di forza? In questo caso la Chiesa cattolica deve far prevalere il suo peso o deve prevalere il discorso ecumenico, che però lascia ben marcate le divisioni si queste tematiche fra cattolici e luterani?

Al di là di questi ragionamenti rimane il clima più che cordiale dell’incontro fra questi fratelli e sorelle nella fede: testimonianza di ciò la recente pubblicazione “Dal conflitto alla comunione”, edita dalla Commissione luterano-cattolica per l’unità, che commemora e celebra in maniera comune il cinquecentenario della Riforma che cadrà nel 2017; a ciò si aggiunga il ringraziamento del pontefice per l’accoglienza data dalla Chiesa di Svezia ai tanti migranti sudamericani durante gli anni delle dittature, tema molto caro a Bergoglio. L’occasione è stata propizia per festeggiare anche il cinquantesimo anniversario del Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II “Unitatis Redintegratio”, documento decisivo nel percorso di dialogo fra le differenti confessioni.

Foto “Antje Jackelén 2011” by BobergerOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.