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Pinerolo, piano regolatore contestato

Pinerolo ha meno di 36 mila abitanti, ma continua a ragionare su un Piano Regolatore (PR) che ne prevede quasi il 50% in più, circa 54 mila. Nella città piemontese il PR manca dal 1998, quando l’ultimo, quello ancora in vigore, immaginava una Pinerolo che non si è concretizzata.

Dopo 18 anni, però, Pinerolo non si appresta a mettere mano ad nuovo PR basato su una realtà mutata, nuove tecnologie e nuove esigenze, ma si avvia ad apportare qualche modifica a quella visione vecchia di quasi vent’anni.

La Variante Ponte è una fase di passaggio dall’attuale PR verso uno nuovo, che sarà quello ufficiale della città di Pinerolo. La Variante non toccherà la collina e l’area del centro storico cittadino ma si concentrerà sulle altre zone più estese.

Due visioni a confronto

Secondo il Forum pinerolese per l’Urbanistica e il territorio «questa Variante non risponde alle esigenze di una revisione ipertrofica dell’attuale Piano Regolatore. A fronte di una popolazione reale di 36 mila abitanti e di un trend non in crescita, nella Variante permangono le cubature residenziali per 52.520 abitanti teorici. Tutto ciò mentre a Pinerolo continuano a esistere alloggi sfitti, case in vendita e un centinaio di cittadini con problemi a far fronte agli affitti e alle spese della casa», spiega a Rbe Enzo Garnero.

La Variante continuerebbe a gravare il territorio di 16.000 abitanti, il 44% dell’attuale popolazione residente, «con nuovi edifici realizzati in aree agricole fertili e ricche di relazioni ecologiche con l’ambiente naturale» denunciano.

Chi contesta il Piano entra nel merito dei dettagli della Variante definendola poco razionale e organica: «L’area Gallo passa da area produttiva ad area di tipo terziario-commerciale; così come l’area della Corcos che aumenterebbe il rapporto di edifici presenti passando dall’attuale 33 % a un poco sostenibile 60 %, a discapito del tessuto commerciale ancora presente».

In sintesi viene definita «una mera addizione di piccoli aggiustamenti per soddisfare le molteplici esigenze e richieste arrivate da privati e professionisti senza senza che siano iscritte in un disegno e progetto generale, organico e più compiuto. Manca un progetto della città e ne delinei un futuro possibile e sostenibile per la sua comunità».

La risposta del comune

«Questa fase di transizione è stata voluta per risparmiare denaro e tempo: un piano regolatore completo ha infatti – per la città di Pinerolo – un costo medio di 130mila euro e richiede un iter burocratico piuttosto lungo prima di poter essere attuato», replica Franco Magnano, assessore all’Urbanistica a Pinerolo.

«L’amministrazione comunale – continua – ha preso in considerazione alcuni aspetti dell’attuale assetto urbanistico della città e le linee guida legislative per strutturare la Variante Ponte. In questo piano rientrano il recupero di aree rurali ed agricole, l’attenzione per le tecniche di costruzione antisismiche ed a basso impatto ambientale, il recupero di dimore e costruzioni storiche, sia civili che industriali».

Sulla carta, il numero di infrastrutture rispetto al PR del 1998 è stato ridotto, ma solo sotto forma di edificazioni, non di servizi essenziali; i progetti di alcune nuove strade sono stati confermati, ma nel contempo si pensa di mantenere ed anzi ampliare le aree verdi, che rimangono per la maggior parte comunque private e non proprietà del comune.

In sostanza, la Variante Ponte viene strutturata secondo linee guida generali, ma nella pratica vedrà l’attuarsi di alcuni interventi puntuali e circoscritti, degli aggiustamenti urbanistici già presenti nella lista delle cose da fare e già richiesti da una parte della cittadinanza. In ogni caso, prima di passare all’attuazione vera e propria, la proposta tecnica dovrà essere vagliata dalla Città Metropolitana e dalla Regione, nella Conferenza dei servizi, perché sia legalmente conforme alle norme attualmente in vigore.

Foto “Pinerolo 001” di Francofranco56Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.