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La delusione delle chiese in Europa per le politiche della Ue

A numerosi organismi di chiese europee non sono piaciuti i risultati scaturiti dal Consiglio europeo straordinario dello scorso 23 aprile svoltosi a Bruxelles in tema di politiche migratorie, summit convocato d’urgenza dal premier Matteo Renzi dopo il naufragio di un barcone che è costato la vita a circa 800 migranti. La Chiesa evangelica in Germania (Ekd) si è detta “delusa”. “Le misure prese non sono all’altezza della serietà della situazione”, ha dichiarato Katrin Hatzinger, responsabile della rappresentanza della Ekd a Bruxelles. Si tratta per Hatzinger di un chiaro segnale della mancata condivisione degli stati membro della Ue in tema di politiche d’asilo. “Il focus è stato messo soprattutto sulla sicurezza e la difesa, e non su un ampliamento di vie legali per chi ha bisogno di protezione nella Ue”, ha concluso la rappresentante della Ekd.

Sulla stessa linea il servizio protestante di mutuo soccorso in Francia, la Cimade, che insieme ad una trentina di associazioni del settore di tutta Europa, in un comunicato diffuso al termine del summit Ue dal titolo “Morti nel Mediterraneo: il disonore del Consiglio europeo”, ha denunciato: “Il Consiglio europeo che avrebbe dovuto finalmente ‘agire’ su una situazione ‘drammatica’ si è accontentato del tentativo di mettere la Ue e gli stati membro al riparo dai migranti rafforzando la protezione delle frontiere. … La parola ‘accoglienza’ non fa evidentemente parte del vocabolario dei capi di governo”.

Già alla viglia dell’appuntamento di Bruxelles, ai capi di stato e di governo Ue e al presidente della Commissione europea erano giunti messaggi di esponenti ecclesiastici per esortare l’Ue ad affrontare l’emergenza umanitaria istituendo, tra le altre cose, anche dei corridoi umanitari che permettano dei passaggi del Mediterraneo in tutta sicurezza, nonché il superamento del regolamento di Dublino nelle procedure di richiesta d’asilo. Va in questa direzione la lettera del segretario generale di Eurodiaconia, Haether Roy, inviata al summit il 22 aprile. “Come europei dobbiamo riconoscere tutti insieme il valore di ogni vita umana e agire a un livello europeo nella promozione della giustizia per tutti”, ha affermato Davide Rosso, membro direttivo di Eurodiaconia in rappresentanza della Diaconia valdese, sottolineando tuttavia che serve la volontà politica.

La Chiesa evangelica della Westfalia (Evkw), partner della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) nel progetto “Mediterranean Hope”, con un comunicato ha puntato il dito proprio contro la mancata volontà politica dei governi europei. Se non si prenderanno delle misure, la prossima strage in mare sarà solo una questione di tempo, ha chiosato la pastora Annette Kurschus, presidente della Evkw, preannunciando una visita in Sicilia, a Lampedusa e a Roma, prevista ai primi di giugno con esponenti della Evkw e con politici di tutti gli schieramenti del Land del Nord Reno-Westfalia. Scopo dell’iniziativa, che vede la collaborazione della Fcei, sarà quello di trovare nuove possibilità di cooperazione tra chiese e parlamentari nella protezione dei migranti.

Foto di Noborder Network via Flickr | Licenza CC BY 2.0