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Dora Bognandi è la nuova presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia

Dal 17 al 19 aprile si è svolto presso il Centro di «Ecumene», a Velletri (Roma), l’XI Congresso nazionale della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei). A conclusione dei lavori, le delegate delle diverse comunità evangeliche presenti (battiste, metodiste, valdesi, luterane, avventiste, Esercito della salvezza, evangeliche riformate della Svizzera italiana) hanno eletto il nuovo Comitato nazionale (Cn), che a sua volta ha nominato la presidente, nella persona dell’avventista Dora Bognandi, già direttora associata del dipartimento Affari pubblici e libertà religiosa dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno (Uicca). A lei abbiamo rivolto alcune domande.

Quali sono le linee guida che il Congresso della Fdei ha tracciato per i prossimi quattro anni?

Il lavoro che ci apprestiamo a compiere vuole proseguire quello iniziato dal Comitato precedente, guidato da Gianna Urizio, che ha lavorato molto e bene. Le tre parole «giustizia, solidarietà e nuove relazioni», su cui abbiamo riflettuto durante il Congresso appena concluso, sicuramente ci accompagneranno ancora nei prossimi anni. Tra i mandati che il nuovo Cn ha ricevuto ci sono: mantenere i contatti con i movimenti femminili denominazionali per trovare sinergie e avviare collaborazioni dove è possibile; creare spazi di collaborazione con il mondo dell’associazionismo e altri organismi interni ed esterni alle chiese; sviluppare una piattaforma che connetta la presenza sul web dei movimenti femminili; dare visibilità alle iniziative della Fdei e delle donne evangeliche. Ci sarà, dunque, tanto da lavorare ma lo faremo con gioia ed impegno.

Ci sono già in agenda appuntamenti importanti che coinvolgeranno la Fdei?

Sì. Il primo è il quarantesimo anniversario della Fdei che cade nel 2016. Per quell’appuntamento faremo un excursus storico della vita della Federazione, vedendo come si è trasformata nel tempo, se risponde ancora alle intenzioni che animarono le fondatrici o se ha avuto un percorso diverso. Sicuramente ricorderemo anche delle personalità del mondo della Federazione che hanno dato un importante contributo a tutto l’evangelismo italiano. L’altro appuntamento che ci vedrà coinvolte sarà l’anniversario dei 500 anni della Riforma protestante nel 2017: cercheremo di evidenziare il ruolo che le donne, anche quelle italiane, hanno svolto nella diffusione delle idee riformatrici.

Per la prima volta un’avventista ricopre l’incarico di presidente della Fdei. Come ha accolto questa nomina?

È un onore che vivo con grande senso di responsabilità. Dinanzi a me c’è una sfida grandissima, ma quello che mi dà serenità è che le sorelle elette nel Comitato nazionale sono donne molto motivate, con grandi doni e competenze. Non sono, dunque, da sola e non voglio lavorare da sola. Vorrei che tutte le risorse di cui dispone l’evangelismo italiano femminile possano essere utilizzate per servire meglio le donne, le comunità e anche per dare un contributo evangelico nella società in cui viviamo.

C’è un filone di lavoro che sente più vicino alle sue corde?

Sicuramente quello delle nuove relazioni. Come Federazione non dobbiamo chiuderci in un recinto ma dobbiamo uscire fuori dagli schemi mentali che ci hanno accompagnato. Assieme a Gesù, che è la nostra guida, dobbiamo aprire delle porte e dare una testimonianza all’esterno: abbiamo tanto da dire e da dare ma anche tanto da ascoltare e da imparare. Dobbiamo aprirci al rapporto con il prossimo: se vogliamo proporre delle iniziative utili nell’ambito della giustizia e della solidarietà, siamo chiamate ad allacciare nuove relazioni per portare avanti idee e progetti utili per la società in cui viviamo e testimoniamo la nostra fede.

Foto: Dora Bognandi