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Sfogliando i giornali del 20 aprile

01 – Iraq, oltre 90.000 sfollati nella provincia di Al Anbar negli ultimi 7 giorni

Le Nazioni Unite hanno lanciato un allarme a proposito del peggioramento delle condizioni di vita dei civili nell’area di Ramadi, il capoluogo della provincia irachena di Al Anbar. Durante la settimana scorsa, infatti, la città e le zone circostanti sono state al centro di una nuova offensiva da parte del gruppo jihadista Stato islamico, scattata lunedì scorso e concentrata nella periferia est, e del tentativo di riconquista dell’esercito dell’Iraq, scattato sabato con il supporto dei bombardamenti occidentali ma finora senza successo. Secondo il rapporto pubblicato ieri, sono oltre 90.000 gli sfollati degli ultimi 7 giorni, diretti soprattutto verso la capitale Baghdad e verso i campi profughi nella regione. Negli ultimi 18 mesi gli sfollati in Iraq sono cresciuti fino a raggiungere i 2,7 milioni, dei quali circa 400.000 nella provincia di Al Anbar.

02 – Africa occidentale, l’Oms annuncia la riduzione dei casi di Ebola e ammette le proprie mancanze

«Il numero di casi di Ebola continua a diminuire e le zone di trasmissione si stanno riducendo, ma l’epidemia non è ancora finita». Con queste parole Gregory Hartl, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha replicato al fondatore di Emergency, Gino Strada, che venerdì scorso annunciava la fine dell’emergenza. Nelle ultime settimane il numero di casi non ha mai superato la soglia dei 30. Intanto, sempre l’Oms ha riconosciuto ieri le proprie inefficienze nella gestione dell’epidemia, chiedendo pubblicamente scusa. I tecnici dell’agenzia Onu hanno riconosciuto i loro errori, dovuti a «confusione e manchevolezze ma soprattutto una lenta ed insufficiente risposta iniziale». Il virus ha finora causato 10.704 morti e 25.826 casi in tutto il mondo, il 95% dei quali tra Sierra Leone, Guinea e Liberia.

03 – Somalia, nove vittime in un attentato contro un veicolo dell’Onu

Questa mattina un convoglio delle Nazioni Unite è stato colpito da un attentato a Garowe, la capitale della regione autonoma somala del Puntland. Secondo le testimonianze, sono almeno 9 le vittime, 7 somali e due di nazionalità keniana. L’attacco, che non è ancora stato rivendicato, si è svolto con le modalità dell’attentato kamikaze condotto a bordo di un’autobomba, e questo elemento fa pensare che i responsabili siano legati al gruppo terroristico Al Shabaab, che negli ultimi anni ha organizzato diversi attacchi contro le Nazioni Unite a Mogadiscio, la capitale della Somalia. La scorsa settimana almeno 10 persone erano state uccise in un altro attentato presso gli uffici del ministero dell’Educazione, e nonostante abbia perso molto terreno negli ultimi mesi, i miliziani di Al Shabaab continuano a lanciare attacchi in numerose aree della Somalia e anche oltre il confine, in territorio keniano.

04 – Stati Uniti–Europa, riprendono oggi i negoziati sull’accordo di libero scambio

È cominciato oggi a New York il nono round dei negoziati su un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea. Il cosiddetto Ttip, partenariato transatlantico su commercio e investimenti, prevede la soppressione delle barriere doganali e normative tra le due parti, per integrare i due mercati. Inoltre, nelle intenzioni dei proponenti si mira all’armonizzazione dei regolamenti e delle procedure di omologazione dei prodotti. Due giorni fa, intanto, migliaia di persone avevano manifestato in diverse città europee contro l’accordo. Secondo i suoi oppositori, infatti, il Ttip porterà a una mancanza di regole generalizzata e un sempre minor controllo da parte dei governi, che potranno essere citati in giudizio dalle multinazionali «in tribunali che scavalcano le leggi nazionali». Secondo Cecilia Malmström, la commissaria europea al commercio, invece, il trattato «non minaccia né la democrazia né l’ambiente né i consumatori».

05 – Sudafrica, arresti dopo le proteste anti–immigrazione delle scorse settimana

Circa 300 persone sono state arrestate in Sudafrica con l’accusa di essere responsabili delle violenze contro gli immigrati, che nelle ultime due settimane hanno provocato la morte di almeno 6 persone. Alcuni gruppi armati avevano preso di mira i negozi gestiti dalle comunità di immigrati provenienti dagli altri paesi africani, accusati di rubare il lavoro ai sudafricani. Migliaia di stranieri hanno abbandonato le loro case in diverse città del Sudafrica e hanno trovato rifugio in accampamenti improvvisati o in campi allestiti da alcune amministrazioni locali. Intanto, i paesi vicini, in particolare Zimbabwe, Malawi e Mozambico, hanno organizzato dei piani per rimpatriare i loro cittadini.

Foto  “Preparing to enter Ebola treatment unit (5)” by CDC GlobalPreparing to enter Ebola treatment unit. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.