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«Basta morti in mare»

«Ancora una volta ci troviamo a denunciare la fine dell’operazione “Mare Nostrum”. Siamo scossi da quest’ultimo naufragio di disperati, più grave ancora di quello del 3 ottobre del 2013». Esprime così il suo cordoglio per i nuovi morti in mare, il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Massimo Aquilante. Si parla di 400 migranti periti al largo delle coste libiche, tra cui numerosi minori.

«Pur sapendo che non si potrà risolvere tutta la complessità del fenomeno migratorio, siamo convinti che serva, senza più indugi, tentare altre vie per offrire garanzie di vita a chi scappa da guerre e persecuzioni – insiste il pastore Aquilante – Parlo della possibilità di rilascio di visti umanitari e la possibilità di richiedere asilo fuori dai confini dell’Unione europea. Purtroppo registriamo come né l’Italia, né l’UE abbiano attuato azioni risolutive che permettano un accesso protetto di profughi e richiedenti asilo». «Come Federazione delle chiese evangeliche – prosegue Aquilante – rinnoviamo la nostra proposta di apertura di un canale umanitario che consenta a profughi e richiedenti asilo di entrare in sicurezza in Italia per poi proseguire per le loro destinazioni nel quadro di un programma di accoglienza condiviso a livello europeo. Ed è proprio in questo senso che va una nostra iniziativa ecumenica in Marocco portata avanti in via sperimentale insieme alla Comunità di Sant’Egidio nel quadro del progetto Mediterranean Hope della Fcei. Lo dobbiamo agli impegni umanitari che l’Italia e gli altri paesi europei hanno sottoscritto; ma lo dobbiamo anche alla nostra coscienza di uomini e donne che riconoscono il valore della vita e i principi della solidarietà e della giustizia».

La Fcei è attivamente impegnata in un programma denominato Mediterranean Hope che comprende varie strutture: un Osservatorio sulle migrazioni mediterranee che opera stabilmente a Lampedusa; una Casa delle Culture a Scicli (RG) come spazio interculturale da una parte e centro di accoglienza per soggetti vulnerabili (minori non accompagnati, donne) dall’altra; un ufficio per la ricollocazione dei profughi e dei richiedenti asilo che opera a Roma. Il progetto è finanziato dall’Otto per mille della chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) e dalle chiese evangeliche della Westfalia.

Fonte Nev

Foto “Refugie Choucha Tunisia 1” di Mohamed Ali MHENNIOpera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.