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Un cinema di valle?

Quando fuori città si parla di cinema, intesi come locali di proiezione, l’immaginario collettivo si focalizza spesso su «Nuovo Cinema Paradiso», il film vincitore di un Oscar, diretto da Giuseppe Tornatore, che, fra l’altro, racconta la storia di questi piccoli cinema di paese, presenti fino ad alcune decine di anni fa in maniera massiccia. In val Pellice l’ultimo esemplare è scomparso alcuni anni fa. Si chiamava «Trento» ed è a Torre Pellice, chiuso. Il Teatro del Forte, sempre a Torre Pellice, ne ha raccolto l’eredità ma l’ambito è diverso. Quindi per vedere un film ci si deve recare quantomeno fino a Pinerolo dove resistono ancora 4 sale distribuite in 3 cinema. O a Barge dove un unica sala vive grazie alla passione di alcune determinate persone. Sono lontani i tempi in cui a Luserna San Giovanni si poteva scegliere in che cinema andare anche se rimane da sottolineare la rassegna «Altrocinema» della Diaconia Valdese che porta le proiezioni varie strutture (case di riposo etc). Da qualche tempo però il «Trento» è tornato a interessare un’associazione, che propriamente non si occupa di cinema ma ha un forte legame con la sala di viale Trento. Qui ormai più di 20 anni fa nasceva la rassegna «Alpinismo in celluloide» che prevedeva la proiezione di alcuni film concorrenti al Trento Film Festival (una sorta di «Cannes» dedicato però al cinema di montagna, l’esplorazione, e l’avventura). Oggi la rassegna si è evoluta fino a diventare «Montagnart» iniziativa che raccoglie variegate forme di arte e cultura legate al mondo montano.

«Ho pensato che sarebbe stato interessante per il Cai Uget val Pellice prendere in mano la gestione del cinema Trento», ci spiega Marco Fraschia, presidente del Cai Uget val Pellice e anima dell’aspetto cinematografico dell’associazione. «È vero che non è strettamente il nostro ambito quello delle proiezioni ma allo stesso tempo il Cai in val Pellice conta circa ottocento soci e l’idea che stiamo sviluppando sarebbe quella di allargare ad altri aspetti gli spazi del “Trento”, come ad esempio una sala convegni, un bar, insomma un centro polifunzionale». Il problema più grande però rimane quello dei fondi. «Sicuramente il Cai non può neppure lontanamente immaginarsi di accollarsi tutte le spese, ognuno deve fare la sua parte. L’idea è che diventi un cinema di valle e non di Torre Pellice o del Cai. Quindi tutte le amministrazioni potrebbero in qualche modo contribuire. Il Cai fra i proprio tesserati ha anche artigiani che potrebbero coordinare i lavori e i soci partecipare attivamente, visto che ci sono molte opere di ammodernamento e di messa in sicurezza della struttura da fare». Ma il cinema ha in questi centri un valore aggiunto, fa cultura, può essere utilizzato dalle scuole, possono essere organizzate proiezioni su temi specifici. Importante, e il Cai lo sa, è anche sondare il parere della popolazione e degli altri attori che potrebbero partecipare a questo grande progetto. Ad oggi le serrande continuano a essere abbassate e l’ultima proiezione curata dalla Pro Loco di Torre Pellice alcuni anni fa dimostra che la questione già allora era diversa e il cinema era visto come un’importante offerta di culturale per il territorio.