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L’infanzia rubata

Almeno 800.000 bambini costretti ad abbandonare le proprie abitazioni come conseguenza della guerra fra truppe nigeriane e i terroristi di Boko Haram. Questo il dato più drammatico contenuto nel dossier “Missing Childhoods” presentato ieri dall’Unicef, simbolicamente ad un anno dalla sparizione delle oltre duecento ragazze della scuola di Chibok, tragico evento che ha portato alla ribalta mondiale l’incubo che le regioni nord-orientali del grande stato africano stanno vivendo oramai da almeno quattro anni a questa parte, da quando cioè l’organizzazione jihadista è riuscita a dotarsi di una chiara catena di comando che ha riunificato vari gruppi che agivano in maniera indipendente. I bambini si spostano a seguito delle loro famiglie che abbandonano i villaggi attaccati da Boko Haram per rifugiarsi in altre regioni o per valicare i confini in direzioni dei campi profughi allestiti in Ciad, Niger e Camerun. «Ma molti scompaiono – ricorda Manuel Fontaine, direttore regionale Unicef per l’Africa occidentale e settentrionale – perché rapiti da nuclei armati che poi li usano nei loro eserciti irregolari. Tutti questi bambini hanno il diritto di ottenere la loro infanzia indietro».

Il dossier Unicef riporta le molte modalità di utilizzo di donne e giovani: questi ultimi oltre che come soldati vengono costretti a cucinare per le truppe, a far da vedetta, a portare pesi, mentre le giovane ragazze vengono forzate al matrimonio, stuprate e costrette a pesanti lavori. Non è casuale poi il massiccio attacco rivolto alle scuole, fucine di nuove teste pensanti: oltre 300 le scuole danneggiate o distrutte e almeno 196 insegnanti e 314 studenti uccisi dalla fine del 2014 a ieri.

Dati drammatici, da catastrofe, cui l’Unicef sta tentando di porre un argine, in particolare negli ultimi sei mesi, collaborando con vari partner per ripristinare i servizi di prima necessità e per creare spazi temporanei di apprendimento per non interrompere il percorso scolastico. Gli stati nazionali, l’Onu e i grandi donatori internazionali sono chiamati in causa dal rapporto Unicef al momento è stato stanziato soltanto il 15% dei 26 milioni di dollari richiesti per l’emergenza nigeriana, e discorsi analoghi se non peggiori si possono fare per Ciad, Niger e Camerun. Tutti sono chiamati in causa, altrimenti troppe volte saremmo costretti ancora a dare notizia di infanzie rubate.

Foto “UNICEF world warehouse gate” by heb@Wikimedia Commons (mail) – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.