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Accadde oggi, 7 aprile

Il nome di Emanuele Artom è tutt’uno con la lotta partigiana nelle valli valdesi. Di famiglia ebrea, si laurea nel 1937 con una tesi su “Il tramonto degli Asmonei” e si fa promotore con il fratello, che morirà presto in un incidente in montagna, di un circolo culturale cui partecipano molti giovani ebrei torinesi fra i quali Giorgio Segre e Primo Levi. Antifascista e attivista politico, al varo delle leggi razziali rifiuta sempre di riparare in Svizzera e all’indomani dell’8 settembre si arruola immediatamente fra i partigiani, come delegato del partito d’Azione cui si è iscritto nel maggio del 1943.

E’ attivo soprattutto fra Val Pellice e Val Germanasca come commissario politico delle formazioni di “Giustizia e Libertà”e non si risparmia passando di banda in banda nonostante un fisico poco adatto ai disagi di una vita di stenti. Infaticabile scrittore, i suoi diari dal 1940 in poi sono una fotografia in tempo reale del precipitare degli eventi e delle conseguenti scelte radicali cui si vede costretta la sua generazione. Scoperto fra i monti da truppe di Ss italiane il 25 di marzo del 1944, riconosciuto come ebreo e commissario politico subisce torture terribili, esibito come trofeo di guerra a perenne monito della sorte che spetta ai partigiani. Trasferito alle carceri Nuove di Torino muore il 7 aprile proprio a causa delle torture subite. Seppellito sulle rive del torrente Sangone presso il parco di Stupinigi il suo corpo non verrà mai ritrovato.

Foto “Conca del Pra” di Francofranco56Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.