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Kenya, i cristiani nel mirino

Alla vigilia del venerdì santo, preludio alle celebrazioni legate alla passione e alla resurrezione di Cristo, un commando di terroristi ha fatto irruzione nel college universitario di Garissa, in Kenya, nella zona nord orientale della nazione,  ed ha provocato la morte di almeno 150 studenti, ma i numeri sono destinati a salire. La particolarità di questo campus è di ospitare quasi soltanto allievi cristiani. Fra studenti e professori al momento del blitz erano presenti circa 800 persone, e ne mancherebbero all’appello ancora molte. I pochi musulmani sono stati liberati in tempi rapidi dai quattro uomini entrati in azione. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo Al-Shabaab, di origine somala, legato ad Al-Qaeda, che negli ultimi anni ha preso di mira soprattutto la regione settentrionale keniota, quella più prossima ai confini con la Somalia. Solo nel 2014 si sono contati almeno 200 morti per le offensive jihadiste, mentre l’esercito di Nairobi fatica a depotenziare la capacità di fuoco dei terroristi. La mente di questo tragico attentato sarebbe però nativo del Kenia, Mohamed Kuno, insegnante in una scuola teologica proprio di Garissa prima di unirsi ai terroristi islamici somali ed iniziare gli attacchi a chiese e luoghi di origine cristiana in Kenya, paese all’80% composto da fedeli cristiani. Il Kenya è spesso nel centro del mirino sia  per questa massiccia presenza cristiana sia per il ruolo attivo nella repressione di simili gruppi, anche al di fuori dei propri confini territoriali.

 

Copertina: “Catholic Church in Mombasa” di Zahra AbdulmajidOpera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.