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In Nigeria il voto dice cambiamento

La Nigeria, colosso da 177 milioni di abitanti, ha un nuovo presidente. Che in realtà è un cavallo di ritorno. Si perché Muhammadu Buhari, 72 anni, musulmano, ex generale dell’esercito, è stato alla guida del paese fra il 1983 e il 1985, dopo un colpo di stato che aveva destituito Shehu Shagari, che era stato il primo presidente non militare dopo lunghe dittature. I nigeriani si affidano quindi ad un uomo forte abituato alle vie spicce nell’eterna sfida per la democrazia in questa grande nazione. Questa volta non con un colpo di mano ma con più o meno libere elezioni. La speranza è che possa garantire un argine alla deriva fondamentalista, che soprattutto nell’area nord del paese vuol dire Boko Haram, l’organizzazione terroristica che dal 2009 ha già causato oltre diecimila morti nel folle tentativo di istituire un califfato. Al presidente uscente Jonathan Goodluck, battista, sconfitto in questa tornata elettorale, la maggioranza delle persone non perdona proprio l’aver sottovalutato per troppo tempo le scorribande dei guerriglieri, considerandolo limitato fenomeno regionale, per poi tentare di correre ai ripari una volta che l’organizzazione ha raggiunto fama internazionale grazie ad alcune clamorose azioni fra le quali il rapimento delle oltre 200 ragazze del liceo di Chibok, allo scopo di convertirle e darle in moglie ai guerriglieri. Proprio sulla sconfitta di Boko Haram ha puntato moltissimo nella sua campagna elettorale Buhari, da sempre molto popolare nel nord molto povero, proprio per questa sua aura di uomo forte che lo circonda.

Vedremo se l’età sarà un limite ad una sua azione vigorosa (al tempo del suo primo mandato diventò famoso per la sua guerra contro l’indisciplina, dalle code non ordinate alle fermate degli autobus alle punizioni per il ritardo sul lavoro) e se riuscirà a ricondurre la Nigeria, nazione ricchissima di materie prime, in un percorso di crescita e pace duraturo. Certo il passato del generale non è certo zeppo di azioni a carattere umanitario, tutt’altro, ad esempio ha sostenuto l’applicazione della Shari’a nella zona nord del paese, proprio la stessa in cui ora dilagano i terroristi. Goodluck ha perso perché accusato di mancare di polso. La speranza della comunità internazionale è che i nigeriani non siano caduti nel problema opposto.

Foto “Muhammadu Buhari at Chatham House” by Chatham HouseFlickr: Cropped from General Muhammadu Buhari, Presidential Candidate, All Progressives Congress, Nigeria. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.