beer-199650_1280

Una birra per la libertà d’opinione

«Giovanni Calvino ha la sua birra, ebbene anche Sebastiano Castellione avrà la sua!», è quanto si sono detto Corinne Baumann, pastora a Sonvilier e Matteo Silvestrini, pastore a Villeret, due località del Vallone di St Imier (Berna). Per segnare i 500 anni della nascita di questo riformatore misconosciuto, nel 2015, i due pastori volevano organizzare eventi per fare conoscere questo difensore della libertà di opinione e del diritto all’errore e contrario alla pena di morte. La creazione di una birra commemorativa si iscrive in questa ottica.

Corinne Baumann e Matteo Silvestrini hanno quindi bussato alla porta della Birreria delle Franches-Montagnes, a Saignelégier. Insieme a Jérôme Rebetez, creatore di questa birreria artigianale, essi hanno inventato la «Castellion 500», una birra bionda invecchiata in botte, con una ricetta di base di «Saison», una delle specialità della birreria. «Volevamo una birra in bottiglia grande, per fare un prodotto da bere in gruppo, che permettesse gli scambi e i dibattiti», spiega Matteo Silvestrini.

Una conferenza su Sebastiano Castellione. La vendita della «Castellion 500» è iniziata il 26 marzo alle 20, con una conferenza di Matteo Silvestrini intitolata «Sebastiano Castellione: no al fanatismo!», nella casa pastorale di St Imier. La conferenza aveva come sottotitolo «Nostra birra che è al fresco», in ricordo di una dedica lasciata da un gruppo di giovani della chiesa nel libro d’oro di una casa di accoglienza che è valso a Matteo Silvestrini, che accompagna il gruppo, uno scambio corrucciato e l’occasione di un dibattito sulla blasfemia. La birra è venduta in cartone di sei bottiglie de 75 cl al prezzo di 90 franchi. I benefici dell’operazione andranno all’associazione Reporters sans frontières. «Non abbiamo collaborato con un’organizzazione legata alle chiese perché pensiamo che se Sebastiano Castellione fu teologo è perché in quel tempo c’era una società cristiana, non ci si poneva la domanda, ma se fosse vissuto oggi, avrebbe criticato la società nel suo insieme, non solo la Chiesa».

Inoltre, l’etichetta con un ritratto di Sebastiano Castellione, e una gorgiera agganciata su ogni bottiglia. Esistono sei declinazioni di questo oggetto: una biografia di Sebastiano Castellione, una spiegazione del procedimento che ha portato alla creazione di questa birra, una lunga citazione di Castellione, una presentazione di Reporters sans frontières, dei ritratti di giornalisti perseseguitati e una presentazione della birra stessa.

Protestinfo ha chiesto a Mark Borden, proprietario della Cantina di birre a Yverdon-les-Bains, di stare al gioco della degustazione della «Castellion 500». Se nota qualche tocco piccante, vicino al vino, consiglia soprattutto di aspettare prima di berla. «Non è ancora matura». Ma già riconosce aromi tipici del lavoro della Birreria delle Franches-Montagnes.

Il riformatore misconosciuto. Sebastiano Castellione nacque in una famiglia molto povera, nella Bresse, nel 1515. Alunno molto dotato, riuscì, non si sa come, a proseguire gli studi a Lione. Là, assistette all’esecuzione di «eretici» e conservò da allora un orrore per il sangue. Abiterà poi per qualche tempo a Strasburgo, a casa di Calvino che poi seguirà a Ginevra nel 1541. Calvino lo nominò responsabile del Collège di Rive, ma poco dopo, in seguito a una controversia teologica, egli si oppose all’entrata di Castellione nella Compagnie des pasteurs.

Partì per Basilea nel 1544, dove condusse una vita molto modesta fino a quando fu nominato professore di greco nel 1553. Lo stesso anno, il suo conflitto con Calvino assunse una nuova dimensione perché Castellione prese posizione contro la condanna amorte di Michele Serveto, accusato di eresia per aver messo in dubbio la dottrina della Trinità e della divinità di Gesù. Morì nel 1563.

Nel 1555, Sebastiano Castellione publicò una traduzione della Bibbia in lingua popolare. Fu anche autore di diversi scritti come «Contro il libello di Calvino», «Dell’impunità degli eretici», «Consiglio alla Francia desolata», «Dell’arte di dubitare e di credere, di ignorare e di sapere». Sviluppò una teologia che chiedeva di riconoscere che chiunque può essere nell’errore, ragion per cui ci si dovrebbe astenere di imporre ad altri le proprie convinzioni. Chiamò anche alla coesistenza pacifica delle convinzioni.

Scritti molto attuali. «Avremmo voluto festeggiare i 500 anni di Sebastiano Castellione in una società libera, tollerante e aperta. Purtroppoi, i suoi scritti rimangono attiuali oggi!», nota Corinne Baumann per la quale, se Sebastiano Castellione attraversò la storia in modo così discreto, è probabilmente perché il suo pensiero dava fastidio. «I difensori di Calvino e di Lutero dicono spesso di loro che erano uomini del loro tempo per giustificare i loro scritti più intolleranti, ma non è vero. Castellione era della stessa epoca e lodava la tolleranza!», conclude Corinne Baumann.

Fonte Protestinfo

(Traduzione dal francese di Jean-Jacques Peyronel)

Foto via Pixabay | Licenza: CC0 Public Domain