memoria

Accadde oggi, 24 marzo

È stato il primo luogo in cui si è voluto recare il neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con l’ormai celebre utilitaria, al termine del bizantino cerimoniale per l’insediamento al Quirinale. Il mausoleo in memoria delle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944) è forse il simbolo più alto legato al secondo conflitto mondiale, elevato all’assurdità della violenza, posto a significare gli abissi insondabili in cui può precipitare l’essere umano. Come Marzabotto, come Sant’Anna di Stazzema, come Boves, come decine di altri siti in Italia, in cui vi sono croci e lapidi, chiese e memoriali, ma che un tempo erano paesi e luoghi in cui scorreva la vita. E che sono stati trasformati in luoghi di morte dalla barbarie delle truppe nazifasciste che ormai sentivano la loro fine vicina. E che nel tentativo di mantenere autorità e controllo del territorio si lasciavano andare ad azioni indicibili. Che invece vanno raccontate, classe per classe, studente per studente, perché anche quando l’ultimo testimone di quel tempo sarà scomparso, ne possano rimanere altri, a passare il testimone della storia alle generazioni future. 335 morti alle Fosse Ardeatine, scelti più o meno a caso, in fretta e furia, per rappresaglia contro un attentato partigiano avvenuto a Roma il giorno innanzi, che aveva causato la morte di 33 militari tedeschi. Anche se manca più di un anno alla fine ufficiale della Seconda Guerra Mondiale i destini appaiono ormai chiari. I leader antigermanici già si riuniscono più o meno informalmente per spartirsi le fette di torta del mondo post bellico. Ma in Italia quell’anno sarà il più terribile. Stretti fra truppe naziste in ritirata e bombardamenti alleati la popolazione è allo stremo ed è vittima inerme dell’orrore. I partigiani combattono casa per casa, sentiero per sentiero. La bomba che scoppia in via Rasella e che uccide il comando tedesco è opera partigiana. La reazione di Hitler è furibonda: pretende 50 morti italiani per ogni tedesco ucciso. Si scenderà ad una proporzione di uno a dieci. Le grotte lunghe e larghe delle Fosse Ardeatine sono un luogo ideale. L’eccidio dura ore ed ore, i corpi si accavallano ad altri corpi. Kappler, Priebke, Kesserling, i nomi tristemente noti di una cronaca che è giunta fino ai giorni nostri (Priebke morto centenario poco più di un anno fa). La scelta di Mattarella, nato proprio negli anni della guerra, è ricca di significati perché si fonda sul ricordo della Resistenza, complesso di azioni cardine per la nostra democrazia, punto di partenza irrinunciabile.

Foto: Epigrafe alle Fosse Ardeatine (Roma), di Pietro Romeo