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Sfogliando i giornali del 20 marzo

01 – Mediterraneo, la Guardia Costiera soccorre 398 migranti

La Guardia Costiera italiana ha soccorso nella notte 398 migranti al largo delle coste della Libia. Circa duecento persone si trovavano su due gommoni che avevano segnalato di essere in difficoltà, mentre altri 198 si trovavano su un mercantile. I migranti, provenienti per la maggior parte dai paesi dell’Africa subsahariana, sono stati accompagnati al porto di Catania. L’operazione è avvenuta nelle acque libiche, ma il comandante della Capitaneria di Catania, Michele Maltese, ha affermato che «A prescindere dalle operazioni Mare Nostrum o Triton è compito della guardia costiera salvare chi è in pericolo di vita in mare». Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato in un’intervista alla Cnn che «l’Europa deve essere all’altezza della sua storia e delle sue responsabilità. La prima esigenza è salvarli ma occorre anche accoglierli».

02 – Medio Oriente, Netanyahu ripensa alla soluzione a due stati tra Israele e Palestina

Il presidente statunitense Barack Obama ha chiamato ieri il primo ministro israeliano Benjamin Natanyahu per congratularsi della vittoria del suo partito alle elezioni israeliane. Nella telefonata, Obama ha riportato l’attenzione di Netanyahu sull’impegno degli Stati Uniti a trovare una soluzione a due stati che abbia come risultato «uno stato israeliano al sicuro accanto a una Palestina sovrana e autonoma». Secondo l’edizione de La Stampa in edicola questa mattina, l’ipotesi che gli Stati Uniti abbandonino la difesa di Israele presso le Nazioni Unite è concreta, e questo ha portato il primo ministro di Israele ad annunciare questa mattina un parziale passo indietro rispetto alle posizioni sostenute durante la campagna elettorale. «Non voglio una soluzione con uno stato. Voglio una soluzione con due stati pacifica e sostenibile ma perché ciò accada le circostanze devono cambiare».

03 – Tanzania, il parlamento approva una legge per limitare l’impiego degli stranieri

Il parlamento della Tanzania ha approvato ieri sera una legge per limitare l’impiego di cittadini stranieri. La norma, che riflette un sentimento di crescente risentimento nella società nei confronti dei lavoratori immigrati, prevede che un’azienda dimostri di non aver trovato nessun cittadino tanzaniano disposto o capace di svolgere un impiego, prima di assumere uno straniero. Secondo diversi osservatori, il provvedimento ha l’obiettivo di limitare il sempre più imponente flusso di cinesi che arrivano nel paese per svolgere lavori qualificati o generici, ma il nuovo “Regolamento sui lavoratori stranieri” rischia di colpire anche impiegati provenienti da altri stati africani, tra cui numerosi dal vicino Kenya e dallo Zambia. Il governo spera che il disegno di legge, che il presidente Jakaya Kikwete deve ancora ratificare, entri in vigore già dal prossimo 1 luglio.

04 – Stati Uniti, 7 milioni e mezzo di credenti in meno rispetto al 2012

Una recente inchiesta, condotta dalla National Science Foundation, racconta che il numero di credenti negli Stati Uniti è sceso di circa 7 milioni e mezzo di persone dal 2012, anno dell’ultima rilevazione. La quota di statunitensi che dichiara di non appartenere a nessuna religione è passata dai valori a una sola cifra degli anni Novanta fino al 21% registrato nel 2014. Secondo il Religion News Service, che ha analizzato i dati, gli statunitensi aconfessionali hanno raggiunto i cattolici, che rappresentano la più grande singola denominazione del paese. Inoltre, circa un cittadino su tre non partecipa mai a riti religiosi tranne che in occasione di matrimoni o altre cerimonie. Tuttavia, per gli standard europei, racconta Christian Today, la partecipazione religiosa degli statunitensi è a livelli molto elevati, e la cultura politica ne è ancora fortemente influenzata.

05 – Africa, l’Oms attese due mesi prima di annunciare l’emergenza per il virus ebola

Alcuni documenti e email interne all’Organizzazione mondiale della sanità, ottenute dall’agenzia Associated Press, raccontano che l’ente ha atteso due mesi prima di dichiarare la diffusione del virus ebola nell’Africa occidentale un’emergenza sanitaria internazionale, nonostante diverse persone del suo staff avessero già fatto notare la gravità dell’epidemia. «Questa decisione – affermano i giornalisti che hanno seguito l’inchiesta – potrebbe essere costata molte vite». Stando ai documenti, diversi funzionari dell’Oms avevano già chiesto di dichiarare l’emergenza all’inizio di giugno 2014, mentre la dichiarazione ufficiale è stata fatta solo l’8 agosto. L’Oms avrebbe preso questa decisione per non indispettire i governi dei paesi africani coinvolti, per non danneggiare le loro economie o interferire con il pellegrinaggio dei musulmani alla Mecca.

Foto “Trunk road Tanzania” by Leo D’lionTanzania Safari. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons.